Latitante lentinese rintracciato a Malta seguendo l’amico
Da tempo si nascondeva a Malta per sfuggire alla condanna all’ergastolo per mafia e omicidio. Da ieri, però, è stata interrotta la latitanza del boss mafioso Sebastiano Brunno, 56 anni, che aveva fatto perdere le proprie tracce dal 2009: è stato bloccato in un appartamento che aveva preso in affitto a San Pawl Il Bahar, dagli investigatori della Polizia ai quali ha esibito una carta d’identità intestata ad un palermitano di 49 anni.
Inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, è considerato l’attuale “reggente” della cosca Nardo.
Brunno deve scontare una pena definitiva all’ergastolo per i reati di associazione di tipo mafioso e un omicidio quello di Nicolò Agnello, assassinato l’11 aprile del 1992 a colpi di fucile sulla strada provinciale tra Lentini e Scordia. L’agguato scattò in contrada Pontello, nei pressi di un deposito di automezzi dove la vittima lavorava come guardiano. Agnello aveva precedenti per rapine e reati contro il patrimonio ed era indicato dagli investigatori come affiliato al clan concorrente di Di Salvo a Scordia. Brunno ha scalato i vari gradi della cosca fino a raggiungere il vertice. Tanti gli arresti e le accuse che gli sono state avanzate: insieme con altre due persone venne ammanettato poi il 19 giugno del 1999. Furono anche indagati per gli omicidi di Sebastiano Liuzzo Corpo, consumato a Villasmundo il 27 febbario del 1992, di Salvatore Di Salvo e Antonino Urzì, uccisi a Scordia, 27 settembre 1992, e della cosiddetta strage di San Marco, un agguato contro otto appartenenti alla cosca siracusana Urso-Bottaro il 3 settembre 1992 a Noto.
Nel 2000 durante l’operazione denominata “Santa Panagia” nella quale vennero arrestati esponenti e gregari delle cosche che negli anni Novanta furono protagonisti di una sanguinosa faida.
L’arresto di Brunno è stato effettuato da agenti del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Catania e Siracusa e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania. Alla sua cattura si è giunti oggi dopo mesi di attività di intelligence condotte in Sicilia e, per i profili internazionali, nell’isola di Malta, con la collaborazione del Servizio cooperazione internazionale di polizia. Gli investigatori della polizia lo hanno bloccato ieri dopo avere pedinato a lungo un suo amico, la cui posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti.