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Lealtà e Condivisione: “Si chieda la revoca del decreto di scioglimento del consiglio comunale”

Al quinto punto delle condizioni dettate dall’assemblea di Lealtà e Condivisione, si palesa la richiesta al sindaco Francesco Italia di fare un gesto utile, a giudizio del movimento politico, a ripristinare la funzione del consiglio comunale.  L’invito al primo cittadino e alle forze politiche che condividano l’iniziativa, è “di valutare una proposta di appello all’Assessorato agli Enti Locali perché, prescindendo dal ricorso straordinario in atto pendente, e sulla base di una nuova riconsiderazione della questione in coerenza con la volontà espressa dal parlamento siciliano sulla abrogazione della norma che aveva determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale, voglia disporre la revoca di tale atto ripristinando, per il futuro, la funzionalità del Consiglio e della normale dialettica democratica, anche in vista delle prossime  elezioni dei rappresentanti dei Liberi Consorzi Comunali”. 

Un invito, sottoscritto dall’avvocato Giovanni Randazzo, ex assessore comunale e presidente di L&C, che mirerebbe a revocare il decreto di scioglimento del civico consesso, avvenuto nel febbraio del 2020, a seguito dell’ormai nota vicenda della bocciatura del rendiconto del 2018. 

 “La vedo improponibile questa richiesta – sostiene il parlamentare del M5S, Stefano Zito – personalmente avevo presentato un disegno di legge dove sostenevo che se decadeva il consiglio comunale la stessa sorte sarebbe dovuta toccare al sindaco, come accade in tutti gli enti locali d’Italia. Quella proposta, però, fu bocciata all’Ars decidendo, in questo modo, di continuare ad applicare una norma “salva sindaco” che è in vigore solo in Sicilia. Pensare, quindi, di far revocare il decreto di scioglimento del consiglio comunale mi sembra una discussione senza senso”.  

 “In primo luogo – afferma l’ex deputato regionale, Enzo Vinciullo – è bene puntualizzare che tale richiesta non va inoltrata all’assessorato agli Enti locali ma al presidente della Regione. A lui è stato inoltrato il ricorso dall’avvocato Ezechia Paolo Reale. Ascoltata la decisione del Cga, e in considerazione che il Tar aveva dato ragione ai ricorrenti e che l’ufficio legislativo e legale della Regione ha ribadito il concetto che il consiglio comunale non poteva essere sciolto perché nell’ordinamento amministrativo degli enti locali non era previsto, come ho sempre sostenuto, lo scioglimento del consiglio comunale, è il governatore Musumeci a potere, nella sua assoluta autonomia, revocare il provvedimento che è stato preso dall’assessorato alle Autonomie locali”.  

“Questa richiesta – dice Randazzo che precisa si tratti di una revoca e non di annullamento del decreto di scioglimento del consiglio comunale – è rivolta a tutte le forze politiche siracusane, ed è rivolta all’assessorato agli enti locali perché, sulla scorta del mutamento della norma di riferimento allo scioglimento del consiglio comunale, potrebbe valutare di applicarla alla situazione siracusana”.

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