Lentini, omicidio di Naima: la difesa dell’imputato chiede la perizia psichiatrica
La difesa di Massimo Cannone, il tappezziere lentinese di 45 anni, reo confesso dell’omicidio della moglie, Naima Zahir, avvenuto il 12 marzo dello scorso anno, ha avanzato la richiesta di sottoporre l’imputato a perizia psichiatrica. La Corte d’assise si è riservata sull’istanza per decidere solo quando avrà conosciuto meglio gli atti del processo. I giudici hanno, invece, ammesso tutte le richieste di prova avanzate sia dalla difesa sia dal rappresentante della pubblica accusa, rinviato il processo all’udienza del 21 marzo quando sarà avviata l’istruttoria dibattimentale con l’esame dei primi testi citati dal pubblico ministero.
Al processo si costituiscono parte civile la madre, due sorelle e il fratello di Naima con il patrocinio degli avvocati Giuseppe Cristiano e Letizia Grasso. I familiari della vittima sostengono che Cannone abbia agito con premeditazione e odio per quell’insano gesto con cui ha colpito a morte la moglie, stesa inerme sul letto ad ascoltare musica.