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L’influencer lentinese: “Nei miei post solo messaggi contro la violenza”

La casalinga lentinese non accetta di passare per una bad influencer, peggio, per un’istigatrice alla morte. L’avvocato Gianbattista Rizza, legale della donna, sostiene che la sua assistita sia estranea alla pubblicazione di quei video. “Sui suoi profili social – puntualizza il penalista – ha sempre postato messaggi per la vita e contro ogni forma di violenza ed è per tale motivo che è seguita da numerosi follower”. La difesa ha annunciato una prima contromossa procedurale con la contestazione della competenza della Procura di Firenze rispetto all’inchiesta. “L’indagata – dice l’avvocato Rizza – avrebbe prodotto video dalla sua abitazione per poi postarli sul web per cui la Procura di Firenze, a giudizio di questa difesa, è territorialmente incompetente. Per il resto, siamo pronti a dare ai magistrati ogni chiarimento sulla posizione della mia assistita”. 

La vicenda è emersa a seguito del sequestro del pc e di altra strumentazione tecnologica, utilizzati per filmare i video che postava sui social con l’obiettivo di catturare quanti più like possibili fosse solo per la condivisione di un messaggio. Aveva anche ottenuto una certa popolarità nel mondo virtuale con un seguito di 731mila follower di diverse età. Il sequestro degli account social, conseguenza della pubblicazione di una video sfida, ha bloccato ogni attività dell’influencer lentinese di 48 anni, casalinga e madre di una bambina, che adesso dovrà difendersi dall’accusa (reale e non virtuale) di istigazione al suicidio.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio, della Procura di Firenze, che hanno aperto un fascicolo a seguito dell’esito di un’attività di monitoraggio sul web eseguita dagli agenti della polizia postale fiorentina. Il video finito nel mirino degli investigatori ha per tema una delle tante sfide estreme diffuse sul popolare social network cinese TikTok. Una donna e un uomo si riprendono mentre sono intenti a coprirsi il volto con nastro adesivo trasparente, compresi naso e bocca, tanto da rimanere senza respiro. Queste immagini finiscono in rete senza alcun filtro per cui la challenge diventa pericolosa per lo spirito di emulazione che potenzialmente sprigiona soprattutto per i minori che frequentano quel social. Così, a pochi giorni dalla morte di Antonella, la bimba palermitana di 10 anni, che voleva emulare il contenuto di un video scaricato dal social, gli investigatori hanno intercettato uno dei cosiddetti blcakout change, una prova estrema che cattura la curiosità degli appassionati di TikTok. Quel video era collegato a un link riconducibile al profilo dell’influencer lentinese nei confronti della quale la procura di Firenze ha emesso un provvedimento urgente di perquisizione, anche informatica, e sequestro degli account social. 

La polizia postale sostiene che il video sia “estremamente pericoloso in quanto visibile a tutti gli utenti senza restrizioni, potendo costituire oggetto di emulazione da parte di minorenni, come purtroppo già accaduto nei recenti fatti di cronaca con sfide analoghe, è stato immediatamente segnalato dal Cncop del servizio polizia postale di Roma e rimosso dalla piattaforma TikTok”. 

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