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Mancata proroga convenzione Regione-Ias: dal 1 gennaio rischio ambientale e fermata del petrolchimico

Il ritardo della proroga nella gestione del depuratore consortile di Priolo Gargallo all’Ias, potrebbe causare un danno ambientale di notevoli proporzioni e il blocco delle industrie nel petrolchimico siracusano. Infatti, scade il prossimo 31 dicembre, la convenzione tra la Regione e l’Ias per la gestione del depuratore consortile, dove sono trattati i reflui velenosi della chimica e della raffinazione della zona industriale, oltre a quelli fognari dei comuni di Priolo, Melilli e parte di Siracusa, ma finora tutto è fermo.

La politica non è stata capace a dipanare l’ingarbugliata matassa, ma soprattutto spicca la mancanza dell’impegno della deputazione regionale siracusana. Assurdo che a venti giorni dalla scadenza, tutto è immobile. Insiste poi il rebus sul ritardo dell’accettazione e dell’insediamento alla carica di presidente dell’Ias di Maria Grazia Brandana, attuale presidente dell’Irsap e, come se nulla fosse, si continua nel silenzio e nel traccheggio della politica di una storia che comincia a far sorgere seri dubbi sugli interessi nascosti nel sotto bosco dell’Ias e dintorni, tanto da attirare le attenzioni delle procure della Repubblica di Siracusa, Caltanissetta e Palermo. L’unica soluzione, in caso di ritardo della firma, oltre la data di fine anno della nuova convenzione, potrebbe essere la precettazione da parte del Prefetto di Siracusa Armando Gradone. Ma anche in questo caso ci sono dei dubbi su come e quando intervenire in tal senso, visto che la scadenza è perentoria; dal 1 gennaio l’Ias non ha più alcun titolo, diritto-dovere, di rimanere a gestire l’impianto. La diretta conseguenza sarà il by-pass dello scarico in mare di una massa di rifiuti velenosi da creare davvero un disastro ambientale pauroso, e il conseguente, se non preventivo, fermo forzato degli impianti e la conseguente messa in mobilità e cassa integrazione di migliaia di lavoratori dipendenti delle industrie e dell’indotto.

Come si ricorderà, l’assemblea dei soci dell’Ias, Industrie acque siracusane, società al 60% dell’Irsap e al 40% dei privati, che sono poi le aziende del polo petrolchimico siracusano, ha eletto nei giorni scorsi presidente Maria Grazia Brandana che, di fatto, non si è mai presentata, né tantomeno ha chiarito il perché e cosa intende fare: se accettare o rinunciare.

Maria Grazia Elena Brandara. Sessant’anni, nata a Naro Agrigento, doveva prendere il posto della dimissionaria Sara Battiato; ma la consegna è stato il silenzio assoluto.

Ma ancor prima, la Brandara in data 26/08/2016 fu nominata Commissario Straordinario dell’Irsap e indicata dagli ambienti politici palermitani quale nuovo presidente dell’Ias quasi subito dopo le dimissioni della Battiato, mentre per la sua sostituzione all’Irsap continuò a girare il nome di Pippo Gianni. Ma secondo le indiscrezioni palermitane le prime reazioni non sono state tutte positive e pare che la cosa si ormai fallita.

Per i sindaci di Siracusa, Priolo e Melilli la questione Ias, come hanno più volte dichiarato, da parte della deputazione siracusana è stata abbandonata e ancora non è chiara la strategia della Regione sul futuro dell’Ias. Gira anche la brutta storia dell’impianto ormai vecchio e obsoleto e che per rimetterlo a posto accorerebbero parecchi milioni di euro (si parla di almeno dieci) che nessuno, però, vuole tirare fuori, essendo di proprietà della Regine.  

I sindacati dei lavoratoti si erano dichiarati prudentemente soddisfatti dell’elezione della Brandana a presidente dell’Ias, perché conoscitore dei problemi sul tappeto, ma contestarono, e confutano ancora oggi, le voci circolati con insistenza sulla volontà della cessione degli impianti da parte della Regione ai soci privati dell’Ias, che sono, nei fatti pratici, le industrie del polo petrolchimico siracusano. E, a ben sentire, pare che sia stata proprio questa poco chiara situazione, tra attese e dinieghi, ad aver provocato il ritardo nella firma della convenzione, insieme ad altri problemi.

Questa decisione non è in linea con la logica dell’attività della depurazione industriale – dicono ancora i rappresentanti sindacali dei lavoratori –  affidando, di fatto, il controllo a chi in realtà deve essere invece controllato. Un impianto strategico per l’intero ambiente nel comparto industriale siracudsano che non può subire l’abbandono della mano pubblica e quella della politica istituzionale. Rimane ancora senza soluzione la sollecitazione fatta dall’Irsap della modifica dello statuto e il ridimensionamento del numero dei componenti del consiglio di amministrazione da nove a tre, ma ad almeno cinque, secondo le nuove disposizioni di legge in materia, ma questo al momento rappresenta poco cosa, anche se la modifica sarebbe nel programma del nuovo presidente. Ma dov’è?

E per un servizio di depurazione vitale per la zona industriale, l’ambiente circostante all’impianto è invece maltrattato. Un’aria pesante si respira al solo transitare attorno al depuratore a causa della puzza dei vapori velenosi che fuoriescono dagli impianti dell’Ias e che costringe molte volte, in base ai venti che spirano, i residenti di Priolo e dintorni a respirare quei cattivi odori. L’aggravante insiste per gli addetti ai lavori che sono obbligati a respirare quell’aria malsana durante tutte le ore di lavoro. E non sono mancati da parte dei sindacati e dei lavoratori nel passato i riferimenti per i vari casi di malattie di dipendenti ritenute “insolite” e le tante manifestazioni di malessere per visitatori e maestranze a causa dei disturbi olfattivi. Ma i silenzi in tal senso possono essere giustificati dal mantenimento del posto di lavoro? È un pane davvero amaro. La mancata entrata in funzione dell’impianto di deodorizzazione costato circa un milione di euro e inaugurato nel 2009 in pompa magna dall’allora ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, e della copertura delle vasche di accumulo, creano una puzza nauseabonda irresistibile e l’aria irrespirabile che soffoca cittadini e dipendenti. Ma è stata ancor più forte, chiara e decisa la denuncia dell’’ex presidente dell’Ias, Sara Battiato, la quale prima di andare via dichiarava che “l’impianto di deodorizzazione non è mai entrato in funzione perché inadeguato”.

Concetto Alota

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