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Melilli, caso comunità alloggio: condannato l’ex sindaco Cannata, assolto Sorbello

Il tribunale penale ha condannato a quattro anni di reclusione, con il vincolo della continuazione, l’ex sindaco di Melilli, Giuseppe Cannata. Per la stessa vicenda giudiziaria ha, invece, assolto l’ex assessore regionale Pippo Sorbello. Il tribunale (presidente Giuseppina Storaci, a latere Giulia D’Antoni e Martina Belpasso) ha ritenuto Cannata responsabile di abuso d’ufficio. La questione risale al 2013 quando l’allora primo cittadino di Melilli avrebbe fatto di tutto per dilazionare l’esecuzione del provvedimento del tribunale dei minori che disponeva il trasferimento di tre minorenni, già affidati ai servizi sociali di Melilli, dalla comunità alloggio “Mather Sarah” ad altra struttura. In buona sostanza, Cannata, essendo venuto a conoscenza del provvedimento di revoca, da quanto emerso nel dibattimento, ha invitato l’assistente sociale Giulia Cazzetta, che si è costituita parte civile con il patrocinio dell’avvocato Sebastiano Teodoro, a fare di tutto per trovare un’interlocuzione per il differimento del trasferimento dei minori. Lo stesso Cannata, dopo avere verificato l’indisponibilità della Cazzetta a esaudire le richieste, si rivolgeva al dirigente dei servizi sociali del comune di Melilli, Francesco Cannamela, condannato per questa vicenda a tre anni e mezzo di reclusione, per adottare una disposizione di servizio che tendeva a ritardare il trasferimento dei minori.
Il pubblico ministero Tommaso Pagano, aveva sollecitato condanne più lievi per gli imputati mentre per Sorbello aveva chiesto anch’egli l’assoluzione. L’ex sindaco melillese era accusato di falsità ideologica per avere attestato, in concorso con un funzionario del comune di Melilli, nella deliberazione di Giunta del 2007 di approvare la relazione dell’ufficio tecnico relativa ai lavori di sistemazione dell’area di via Mascagni a Città Giardino. Era anche accusato di falso anche relativamente alla delibera di acquisto di colombe e uova di Pasqua per gli alunni delle scuole, affidando il servizio senza alcun indagine di mercato. L’ultimo capo d’imputazione era relativo al reato di falsità materiale per avere adottato una delibera di Giunta in cui attestava che per la fornitura di colombe e uova pasquali destinate alle scuole era stata espletata una regolare gara. Il tribunale l’ha assolto perché il fatto non sussiste.
I giudici hanno, invece, emesso sentenza di condanna a carico di Maria Concetta Ciulla a dieci mesi di reclusione. L’imputata doveva rispondere del reato di minacce a pubblico ufficiale per una vicenda che risale al marzo 2013 quando la Ciulla, consigliere della cooperativa sociale “Provvidenza”, durante una riunione negli uffici del sindaco di Melilli per discutere del trasferimento dei minori, ha minacciato l’assistente sociale Cazzetta di farla trasferire. Il tribunale ha condannato a un anno di reclusione ciascuno Vincenzo Ingallinella e Salvatore Salafia. Il primo per falso perché, da responsabile dell’Uos dell’Asp di Augusta, avrebbe attestato falsamente che era stata eseguita un’ispezione alla struttura assistenziale della Provvidenza; il secondo, nella qualità di capo dell’ufficio tecnico del comune di Melilli, aveva attestato di avere eseguito un sopralluogo alla struttura assistenziale Maria Ausiliatrice.

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