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Messina-Italia: corsa ad accaparrarsi le alleanze

Sono giorni decisivi per la definizione di accordi, apparentamenti e scelte in vista del ballottaggio. Per i due candidati a sindaco rimasti in lizza, la campagna elettorale si fa ancora più dura e complicata. Ferdinando Messina non si culla del vantaggio di voti acquisito al primo turno sullo sfidante; Francesco Italia che, memore dell’esperienza positiva del 2018 quando ribaltò una situazione che sembrava disperata, sta tessendo la tela che gli consenta di annullare il gap che lo divide dal candidato del centrodestra. 

Messina sa di potere contare sulla compattezza della coalizione che ha funzionato al primo turno ma, allo stesso tempo, sta provando ad allargare il fronte per evitare tiri mancini sempre in agguato nel segreto dell’urna. Com’è ormai consolidato, il centrodestra teme di più l’astensionismo che, in occasione del ballottaggio, è più marcato con il prevedibile disimpegno di centinaia di candidati che affollavano le venticinque liste, delusi per l’esito del voto di domenica scorsa. 

Ancora sul fronte del centrodestra, c’è molta attesa e inevitabile curiosità su ciò che possa decidere di fare Edy Bandiera. Con la sua lista ha superato la soglia dello sbarramento e (con la maggioranza o all’opposizione) la sua compagine sarà presente nell’aula Vittorini di palazzo del Vermexio. “Non dirò ai miei di andare al mare” ha detto Bandiera, che aggiunge: “Domenica e lunedì prossimi bisogna votare responsabilmente. Mi hanno contattato da tutti e due i fronti ma solo chi accoglierà parte del nostro programma e ci metterà nelle condizioni di attuarlo, anche attraverso il nostro contributo, avrà il nostro appoggio”. Come dire che le porte del dialogo sono aperte a qualsiasi soluzione anche se Bandiera ci mette un carico da novanta soprattutto nel caso in cui non dovessero arrivargli le ormai note scuse del governatore Schifani. “Non è un mio problema – dice l’ex assessore regionale all’Agricoltura – anzi, se non dovessero arrivare, mi metterebbero nelle condizioni di scegliere facilmente. Le scuse, peraltro, sarebbero la precondizione ma poi dobbiamo trovare anche un accordo politico”. Chiaro il messaggio? 

Sull’altro fronte, Francesco Italia incassa, intanto, il superamento della quota di sbarramento della seconda lista e sta marciando a testa bassa per stringere alleanze in vista del ballottaggio. Il sindaco uscente attende con interesse ciò che il gruppo che fa capo a Giancarlo Garozzo possa decidere nelle prossime ore. Ieri sera si è tenuta una prima riunione fra i rappresentanti dei movimenti e delle liste a suo sostegno proprio per discutere sul da farsi. Da indiscrezioni non pare che il fronte sia compatto per cui è probabile che possano volerci altri incontri per trovare la quadra o per rompere l’accordo. 

Più complessa la situazione nel partito democratico che deve fare i conti con mille e un problema maturati proprio a seguito dell’esito delle amministrative. Al momento, si profilano due fronti ben distinti: chi spinge per l’apparentamento con le liste che sostengono Italia e chi, invece, segue la strada che porta lontano dal sindaco Italia ma non per questo necessariamente tra le braccia di Ferdinando Messina. Da Roma e da Palermo non ci sarebbero indicazioni nette in tal senso ma si cerca di comprendere quale sia la proposta che intende formulare Francesco Italia. All’interno del Pd c’è una linea che spingerebbe verso l’apparentamento con Italia per evitare che il partito rimanga con un solo consigliere comunale in aula ma anche per intraprendere un nuovo percorso amministrativo. Senza dimenticare la connotazione ideologica che alberga in molti militanti e simpatizzanti del Pd contrari alle posizioni del centrodestra e che, per induzione, potrebbero scegliere di votare Italia al ballottaggio.  

Il commissario del Pd siracusano, Antonio Nicita, in questo periodo all’estero, sostiene che, fino ad oggi, non gli sia pervenuta alcuna proposta. “Dopo alcuni contatti indiretti – dice il senatore Nicita – voluti da Francesco Italia, proprio da lui non è arrivata alcuna proposta di apparentamento. Evidentemente, considera già acquisiti i voti del centrosinistra. Se Italia punta al voto del partito democratico senza apparentamento, a meno di nuovi sviluppi, la partita mi pare chiusa”. 

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