Le tre sigle sindacali dei metalmeccanici battezzano una vertenza territoriale “per affermare una legittima visione di sviluppo che incroci il futuro del petrolchimico con quello dell’intero territorio”. Il documento è a firma dei segretari di Fim, Fiom e Uilm, Getulio, Recano e Faranda, i quali fanno appello ai responsabili sindacali delle altre categorie industriali per attivare la vertenza.
La base è costituita dalla recente protesta con il blocco della portineria Eni, dai lavoratori della Imef, che hanno poi ottenuto un confronto con l’azienda in Confindustria per affrontare il nodo occupazionale. “I lavoratori della Imef hanno scioperato – dicono i tre segretari – per difendere il proprio posto di lavoro e hanno potuto misurare la solidarietà e la determinazione dei metalmeccanici che hanno manifestato con loro vedendo loro stessi mettere in discussione ogni giorno il proprio posto di lavoro e il loro futuro”. I metalmeccanici hanno puntato il dito contro la Versalis che, come risposta ha sanzionato le aziende mettendo in discussione il diritto allo sciopero. “Ci sono responsabilità gravissime delle imprese – è scritto nel documento sindacale – che non possono essere nascoste. Non può essere nascosta la pesante situazione di degrado ambientale e quella occupazionale che pericolosamente materializza lo spettro dell’esclusione sociale, della marginalità e della povertà”.
Per Fim, Fiom e Uilm la strategia di uscita dalla crisi “non può essere incentrata sul ricatto occupazionale, sulla contrazione delle tutele per questo i metalmeccanici non tollereranno minacce e pressioni da chi si atteggia a padrone delle ferriere”.