Militare morto dopo il vaccino: la Procura nomina un pool di consulenti
Sarà un pool di esperti a eseguire l’accertamento tecnico non ripetibile nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Stefano Paternò, il 43enne sottufficiale della Marina Militare, originario di Corleone ma che risiedeva Misterbianco, deceduto la sera di martedì, una quindicina di ore dopo la somministrazione del vaccino anticovid. La Procura di Siracusa ha affidato l’incarico di eseguire l’autopsia sul cadavere del militare in servizio a Marinarsen Augusta, al dottor Giuseppe Ragazzi, specialista in medicina legale, alla professoressa Nunziata Barbera, specialista in tossicologia medica, al dottor Carmelo Iacobello, specialista in malattie infettive e al dottor Marco Marietta, specialista in ematologia ed esperto in emostasi e trombosi. Il pubblico ministero Gaetano Bono ha posto alcuni quesiti ai quattro consulenti tecnici attraverso i quali potranno essere chiarite le cause della morte di Paternò.
“Dall’esame autoptico ci aspettiamo molte risposte sulla causa del decesso”, dice il procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino, a conferma dell’importanza degli accertamenti tecnici disposti sul caso del militare che si era sottoposto alla vaccinazione anticovid. “Al momento – spiega il pm Bono – possiamo solo riscontrare una correlazione cronologica tra il decesso di Paternò e la somministrazione della dose. Sarà l’esito degli accertamenti tecnici a consentirci di avere un quadro più esaustivo sulle cause della morte. Al momento, quindi, è da escludere qualsiasi correlazione fisiologica con la somministrazione della prima dose del vaccino”. L’incarico collegiale sarà conferito formalmente questa mattina al quinto livello del palazzo di giustizia di viale Santa Panagia per essere svolto questo pomeriggio alla sala autoptica del presidio ospedaliero Cannizzaro di Catania.
La Procura di Siracusa chiarisce che l’avviso di garanzia sia un atto dovuto mentre è stato ribadito che l’ipotesi di reato oggetto della contestazione è di omicidio colposo di cui devono rispondere quattro persone a cominciare da Lorenzo Wittum, dall’aprile 2018 amministratore delegato di AstraZeneca, l’azienda farmaceutica anglo-svedese che ha realizzato il vaccino anticovid, da un lotto del quale è stato utilizzato il flacone con la dose somministrata a Stefano Paternò. Nel registro degli indagati sono stati iscritti pure il medico e l’infermiere in servizio all’ospedale militare di Augusta, che hanno somministrato il vaccino al sottufficiale, e il medico del 118, intervenuto la sera del 9 marzo a casa di Paternò per verificarne lo stato di salute. L’avviso di garanzia è stato notificato dai carabinieri del Nas di Catania ai diretti interessati, che hanno la possibilità di nominare consulenti tecnici di parte per essere presenti allo svolgimento dell’esame autoptico e a tutti gli altri accertamenti che i magistrati vorranno fare eseguire nel proseguo delle indagini.
“Sarà il primo passo verso l’accertamento della verità – ha detto uno dei legali della famiglia di Paternò, Sergio Seminara – ma la tempistica tra la somministrazione della dose e la morte di un uomo sano di 43 anni è veramente allarmante”.