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Minacce a imprenditore sotto scorta: una condanna e un’assoluzione

S’è concluso con una condanna e un’assoluzione il processo scaturito dalle minacce e dalle ingiurie, aggravate dal metodo mafioso, ai danni dell’imprenditore Bruno Piazzese, divenuto simbolo della lotta al racket e che per tale motivo vive da anni sotto scorta. Il tribunale penale (presidente Carla Frau, a latere Liborio Mazziotta e Ilenia Anna De Giovanni) ha inflitto la condanna a 8 mesi di reclusione a carico di Sebastiano Miano, per il quale il pubblico ministero della Dda di Catania, Alessandro La Rosa, aveva chiesto la condanna a 9 mesi. Sentenza di assoluzione, invece, per Massimiliano Listo per il quale il pm aveva chiesto la condanna a 8 mesi. Il tribunale ha accolto la richiesta dell’avvocato Junio Celesti che aveva fatto notare come nell’istruttoria dibattimentale non fosse mai emersa una diretta conoscenza tra Piazzese e Listo e che quest’ultimo non avesse alcun movente. 

L’episodio è avvenuto nel mese di ottobre 2017. Mentre Piazzese si trovava in un bar vicino il santuario della Madonnina delle lacrime, sarebbe stato avvicinato da Miano, che lo avrebbe minacciato. Alla discussione sarebbe intervenuto Listo, che avrebbe preso le difese dell’amico. L’intervento dei poliziotti della scorta e quelli delle Volanti hanno ristabilito la calma.   

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