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Morte di don Pippo Scarso: l’imputato chiede il rito abbreviato

La corte d’assise scioglierà venerdì le riserve sull’istanza di accesso al rito abbreviato, inoltrato dalla difesa di Andrea Tranchina, il 18enne siracusano, finito sotto processo per la morte di don Pippo Scarso, l’ottuagenario siracusano deceduto a distanza di 2 mesi dal ricovero in ospedale dopo l’episodio di aggressione con il fuoco subita in casa la notte tra il primo e il 2 ottobre del 2016.

In apertura d’udienza, l’avv. Gianpiero Nassi, che difende l’imputato, ha ripresentato l’istanza di accesso al rito abbreviato condizionato a una serie di elementi. Il primo attiene all’acquisizione di documenti sanitari che ricostruiscono il quadro clinico e le patologie di cui soffriva la vittima. La difesa dell’imputato ha anche chiesto l’esame del medico curante di Scarso e del personale medico a bordo dell’ambulanza su cui l’anziano è stato trasferito dall’ospedale Umberto primo di Siracusa all’ospedale Cannizzaro di Catania. Tra le condizioni poste dalla difesa di Tranchina anche la nomina da parte della Corte d’assise di un perito super partes che possa dipanare le divergenze tra la perizia dei consulenti del pm e quella del perito di parte rispetto al nesso di causalità tra le ustioni provocate dai ragazzi la notte dell’aggressione e il decesso di Scarso. All’esito dell’istanza, la difesa ha annunciato di volere chiedere una misura cautelare meno afflittiva nei confronti di Tranchina.

Su tutte queste istanze il pm Andrea Palmieri si è rimesso alla volontà della corte d’assise mentre nulla ha obiettato rispetto all’ammissione al rito abbreviato. Al processo si sono costituiti parte civile alcuni parenti della vittima con il patrocinio dell’avv. Aldo Valtimora.

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