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Nella relazione della Dia la malavita organizzata siracusana rimane in equilibrio ma continua il dominio della mafia catanese

Siracusa. Lo stato della malavita organizzata a Siracusa nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia nel periodo Gennaio-Giugno 2016 si deduce che “il panorama criminale siracusano continua a caratterizzarsi per la operatività di consorterie riconducibili a due principali gruppi: Bottaro -Attanasio e Nardo-Aparo-Trigila, a loro volta legati, rispettivamente, al clan Cappello e a cosa nostra catanese; in particolare alla famiglia Santapaola, da cui traggono sostegno e legittimazione. Non risultano modificati gli ambiti territoriali di influenza e le frange degli schieramenti attivi in determinati quartieri della città o nei Comuni della Provincia. L’assenza di conflittualità sarebbe in parte garantita da accordi di non belligeranza, in parte conseguente allo stato di detenzione di elementi di spiccato spessore criminale appartenenti ad entrambi gli schieramenti. Ciononostante si continuano a registrare condotte tipicamente mafiose, com’è stato riscontrato in esito ad un’indagine condotta nei confronti di appartenenti al clan Nardo di Lentini, responsabili di estorsioni, danneggiamenti, traffico di stupefacenti, con l’aggravante dell’associazione armata. Proprio nei confronti di un esponente del clan – si legge nella relazione-, nel mese di febbraio, il Centro Operativo Dia di Catania ha eseguito il sequestro di vari immobili, di cinque aziende e cospicue disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, a seguito di un’attività coordinata dalla Procura di Caltanissetta. L’importanza del citato clan nell’ambito delle interazioni con cosa nostra catanese è stata, tra l’altro, confermata da un’operazione di polizia che ha messo in luce il ruolo di tramite svolto dai Nardo tra le famiglie mafiose di Caltagirone (La Rocca), quella di Lentini (Siracusano) e i Santapaola di Catania, per la ripartizione di incarichi e compiti operativi. Anche in questa provincia, al pari di quella trapanese, le attività connesse alla produzione di sostanze stupefacenti stanno assumendo un particolare rilievo: significativa è stata la scoperta, nelle contrade di Renna di Noto, di una piantagione di cannabis, realizzata con il coinvolgimento di individui di nazionalità straniera. Le piante occupavano una superficie di circa 15.000 mq ed erano protette da serre-tunnel. Non sono, infine, mancati episodi dal chiaro tenore intimidatorio rivolti ad esponenti della Pubblica Amministrazione”.

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