Se te lo fossi perso

Noto, aperti i salvadanai dell’iniziativa “Ho a cuore l’Opam” 

Quasi mille euro raccolti dall’Associazione Maestri Infioratori di Noto, presieduta da Oriana Montoneri, in occasione dell’annuale appuntamento, si è giunti già alla sesta edizione, “Ho a cuore l’Opam” – l’arte del sale dal 2010. Come si ricorderà a metà agosto gli artisti dell’Associazione realizzarono il bozzetto lungo via Rocco Pirri, fanno interamente con il sale colorato e con il tema, quest’anno, del carretto siciliano con un motivo preciso. “L’Opam è un’organizzazione mondiale che si occupa di alfabetizzazione – ci spiega la Presidente Oriana Montoneri- e nella sesta edizione abbiamo pensato di rappresentare qualcosa che per la nostra terra, la Sicilia, ha significato promozione di conoscenza e cultura, ovvero i carretti siciliani sulle cui fiancate si rappresentano storie e leggende della Trinacria”. La resa è stata davvero il massimo che si poteva immaginare grazie ai colori vivaci ed alle figure caratteristiche di questi mezzi di trasporto così legati alla nostra cultura e alle nostre tradizioni. Peccato che i capricci di un mese di agosto un po strampalato abbia per ben due volte spazzato via l’opera (in occasione del primo temporale con coraggio ed abnegazione gli associati avevano rifatto il quadro principale) ma questo non ha di certo impedito la raccolta dei fondi da destinare all’Opam, e non solo. “Il terribile evento accaduto in Centro Italia – ci dice Oriana Montoneri-non ci ha lasciato indifferenti così abbiamo pensato di suddividere così i proventi raccolti, € 935,00:, € 625,00 all’OPAM per sostenere n.5 catechisti di Bokungo-Ikela in Congo ed € 310,00 per le popolazioni del Centro Italia colpite dal violento terremoto. Nell’occasione voglio ringraziare e fare i complimenti ad ogni singolo componente della nostra Associazione Maestri Infioratori di Noto e a tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi per beneficenza”. Per capire meglio cosa significa l’adozione di un catechista è giusto spiegare che  l’Opam ha pensato di dare il proprio contributo alla riflessione facendo conoscere la realtà delle famiglie catechiste nelle giovani Chiese, soprattutto africane e promuovendo il sostegno alla loro formazione con la Campagna Adotta un catechista.
opam-1Da anni si è infatti testimoni di come il loro ruolo nell’edificazione di una Chiesa “famiglia di famiglie” ma anche quello meno noto di promotori di sviluppo sia centrale. La prima comparsa ufficiale di catechisti laici risale al cardinale Joseph Malula (1917-1989) il quale a Kinshasa aveva lanciato nel 1975 l’esperienza dei bakambi, catechisti cittadini a cui viene affidata la gestione ordinaria di una quasi-parrocchia, mentre un prete è responsabile degli aspetti sacramentali di due o tre parrocchie gestite da bakambi. Oggi l’esperienza più diffusa, data la struttura sociale africana, è certamente quella dei catechisti rurali. Eppure molte diocesi delle giovani Chiese specialmente in Africa sono prive dei mezzi indispensabili per la loro formazione e il loro sostentamento. La figura del catechista africano non ha riscontro nella Chiesa del nord del Mondo, tanto che sarebbe necessario coniare un nome diverso che aiuti a comprendere il loro importantissimo ruolo. Formalmente i catechisti sono uomini adulti, con un livello di scolarizzazione almeno media e sposati, perché è soprattutto attraverso la testimonianza di vita cristiana che si realizza un annuncio più incisivo ed efficace capace di rivoluzionare la vita di interi villaggi, dove ignoranza e superstizione sono alla base del perpetrarsi di condizioni di sfruttamento, di miseria e di morte. In questi paesi l’enorme estensione delle parrocchie, spesso più grandi delle nostre diocesi, la scarsità di clero, l’isolamento geografico, la pluralità di lingue e culture hanno fatto sì che i catechisti laici siano stati e continuino ad essere alla base del processo di evangelizzazione e di promozione umana e sociale. Si comprende dunque la scelta dell’Opam e di quanto sia stata importante questa raccolta avvenuta a Noto.
Emanuela Volcan

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