Cultura

Noto, il jazz e la fotografia incontrano i sapori dei Jazz Club anni Venti

“Senza i siciliani il jazz non ci sarebbe stato o sarebbe stato, forse, un’altra cosa” Così, Wynton Marsalis, parla del Jazz e delle sue origini ed è da questo incipit che ha visto la luce Sicilia Jazz, tour multisensoriale percorso venerdì scorso a Noto, presso il Ristorante “Il Liberty” dello chef Peppe Angelino. Organizzato da Pier Raffaele Platania, in collaborazione con Francesco Rametta, Peppe Angelino e Kromato Edizioni, il jazz è stato il fil rouge. Partendo alla presentazione del Calendario Kromatografica 2019 “Sicilia Jazz” edito da Kromato Edizioni, passando per le abilità culinarie dello chef Peppe Angelino che si è messo in gioco confrontandosi con la cucina Creola, tipica della Louisiana. Ed il risultato è stato davvero interessante. Il Jazz, come risaputo infatti, affonda le sue radici nella New Orleans degli anni Venti del secolo scorso, e partendo da questo assunto è stata realizzata una proposta culinaria che richiamasse le pietanze ed i sapori dei jazz club dove i pionieri del genere si ritrovavano. La cucina Creola originaria della Louisiana, negli Stati Uniti, rappresenta un mix fra le cucine francese, spagnola, portoghese, italiane, dei nativi americani e influenze africane. “È stata una sfida davvero stimolante – racconta Peppe Angelino, chef de “Il Liberty” – confrontarsi con dei sapori forti e di carattere come quelli della cucina Creola; le spezie, predominanti nei piatti, hanno dato quel tocco di originalità a dei piatti insoliti per la tradizione siciliana. Abbiamo proposto un menu in cui è stata tracciata la storia dei piatti tipici partendo dal Po’ Boy, panino nato a New Orleans negli anni 20 che pare sia stato inventato da un venditore ambulante il quale urlava ai suoi aiutanti “here comes another po’ boy! (ecco un altro po’ boy!)”, tutte le volte che un operaio si avvicinava al suo carretto per acquistare un panino. Passando a sapori più complessi come la Jambalaya, conosciuta anche come la paella del nuovo mondo, fino al piatto iconico per eccellenza: Red Beans and Rice, stufato di legumi e riso, arricchito da carne di maiale, in origine preparato solo il lunedì, con gli scarti di carne del pranzo della domenica”. Evelina Barone, per la Kromato Edizioni ha raccontato: “Analizzando la storia e percorrendola sino ai giorni nostri si giunge alla realizzazione della pubblicazione Sicilia Jazz, Calendario Kromatografica 2019. Nel Pantheon dei fondatori e dei grandi protagonisti del jazz si collocano a pieno titolo musicisti di origine siciliana o nati fisicamente in Sicilia. Tra gli incunaboli della musica afroamericana si annoverano i due brani Liverystable blues e DixieJass Band OneStep del primo disco della storia del Jazz, inciso a New York il 26 febbraio del 1917 dalla Original Dixieland Jazz Band, composta da cinque musicisti di New Orleans, di cui due di origine siciliana: il cornettista Nick La Rocca, fondatore e leader della band, e il batterista Tony Sbarbaro, entrambi originari di Salaparuta (Trapani). Per Kromato edizioni – continua Evelina Barone- il Calendario, rappresenta un pretesto per veicolare l’arte e raccontare fatti o storie: lo scorso 2018 è stato trattato il tema della violenza sulle donne con “Eumenidi”, ancora prima “Gersuminu” in cui viene affrontata la produzione di oli essenziali utili alla realizzazione dei profumi francesi più noti. Sicilia Jazz è un lavoro corale che ha visto scendere in campo più collaboratori che hanno contribuito apportando competenze diversificate; un viaggio visivo e sonoro tra le atmosfere e i ritmi, la tradizione, le contaminazioni e la continua evoluzione del variegato mondo del jazz siciliano. I fotografi coinvolti, da Pier Raffaele Platania a Milo Dimartino, Claudio Drago e Giuseppe Renda, hanno accolto con grande entusiasmo il nostro progetto, realizzando delle immagini estremamente personali con caratteri contraddistintivi del proprio stile fotografico”.
“Quella del 15 febbraio è stata una serata veramente intensa, anche un po’ sperimentale – racconta Pier Raffaele Platania – autore anche del documentario realizzato per il progetto, e proiettato durante la serata -. Chiacchierando con Francesco (Rametta) e Peppe (Angelino), abbiamo pensato di proporre questa formula insolita, per dare la possibilità al pubblico, di entrare nella atmosfera dei jazz club di New Orleans. Unire cibo, fotografia – erano in mostra le foto degli autori del calendario – proiezione del documentario e musica, è stata una scelta coraggiosa che ha pagato tantissimo. I commenti positivi dei partecipanti hanno incoraggiato il nostro esperimento dando corso ad una progettazione che in futuro potrebbe portare a nuove collaborazioni”.
Rino Cirinnà e Nello Toscano, grandi interpreti del jazz, e protagonisti delle pagine del calendario assieme a grandi musicisti di origine siciliana quali: Pat la Barbera, Sam Noto, Dora Musumeci, Joe Lovano, Tony Scott, Amato Jazz Trio, Francesco Cafiso, Marcello Pellitteri, Seby Burgio e Dino Rubino (elencati in ordine di apparizione nel calendario), hanno scaldato una atmosfera intima ed intrigante, da vero jazz club.
Commenta così, Rino Cirinnà, riferimento musicale per la scelta dei personaggi storici da inserire nel calendario: “È tempo che venga riconosciuta alla Sicilia l’importanza che i suoi figli rivestono nella storia del Jazz. Non è stato semplice selezionare, i nomi da inserire; sono moltissimi i nomi di riferimento dei nostri oriundi d’America che hanno segnato i natali del jazz e che tutt’ora ne tracciano la storia”.
Un pubblico attento e coinvolto ha assaporato ogni istante della serata, tra piatti di cucina creola, documentario, fotografia e musica. Una serata, dunque, in vero stile Jazz.

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