Noto, il Presepe al Crocifisso per parlare di famiglia
Il Natale è passato ma l’atmosfera di questo periodo è intatta, carica di tutti quei significati e messaggi cristiani che rendono una ricorrenza unica, anno dopo anno. La nascita di Gesù, il suo “farsi uomo”, la sua testimonianza rappresentano sicuramente il momento più alto di fede per una religione che nel corso dei secoli ha ricevuto picconate dal suo interno e dall’esterno; ma che deve restare ben salda in chi la professa e in chi crede in quei grandi, grandissimi, valori che Dio ha voluto dare all’essere umano. La tradizione presepiale, il desiderio di avere nelle nostre case la rappresentazione della Natività, diventa così non un mero aspetto a corredo delle feste, ma il fulcro di ciò che si vuol condividere e comunicare. Nella chiesa del Santissimo Crocifisso,
a Piano Alto, da qualche anno un gruppo di fedeli si impegna per realizzare il Presepe e lo fa scegliendo temi diversi su cui focalizzare l’attenzione della comunità, in primis, e poi dei visitatori. Nel presepe precedente, per ricordarlo, si affrontò l’emergenza dei migranti: grazie ad una barca tre metri si rappresentò la Natività con una donna che aveva in braccio un bambino perchè come la famiglia di Maria, Giuseppe e Gesù, che cercò accoglienza, anche chi attraversa il mare chiede asilo, ha bisogno di aiuto. Seguiti dai parroci don Paolo Trefiletti, don Paolo Lantieri, e don Ignazio Petriglieri, quest’anno il messaggio scelto è stato “la famiglia” e salta subito all’occhio l’apparente, ma voluto, stridio tra le figure della natività, Maria, San Giuseppe e i pastori, con quelle della famiglia di oggi. Ma il tutto è stato proposto proprio per attualizzare il messaggio datato oltre duemila anni fa, ovvero quello della famiglia di Nazareth, espressione umana della volontà divina, in favore dei nuclei familiari di oggi. La famiglia come centro del tutto, come principale agenzia educativa che deve far crescere le nuove generazioni all’insegna di quei valori cristiani, mai fuori moda e sempre attuali, se vogliamo sperare in un mondo migliore. “Gesù nato per noi in una famiglia che aveva il cuore aperto all’amore” e “Famiglia oggi, sia scuola di umanità, risorsa e fondamento della società”, queste due riflessioni sono poste ai lati del presepe e spiegano, in sintesi, quanto gli autori hanno voluto rappresentare. Gli stessi, poi, ci tengono a sottolineare come sia stati impiegati, in un mese circa di lavoro, materiali poveri come rete metallica, con cui sono state modellate le figure ad altezze naturali, cartone, pietra frantumata, vasi, aste, e carta. Tutto però “trattato” con arte, fantasia ed estro per un risultato davvero soddisfacente, molto gradito alla comunità ed ai visitatori; sino al giorno dell’Epifania sarà ancora possibile ammirarlo e soffermarsi, perché no, sul messaggio lanciato.
Emanuela Volcan