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Noto, poca gente per la protesta al Trigona

Noto, scarsa partecipazione dei cittadini alla protesta per la chiusura del reparto di Pediatria e di quello di Ginecologia-Ostetricia

Mancanza di interesse o sfiducia cronica nelle istituzioni? Dove va ricercata la spiegazione alla scarsa partecipazione di cittadini al momento di protesta organizzato dalla Rete Civica della Salute per la zona Sud di Siracusa? Una cinquantina di persone, e compresi i politici e il personale dell’ospedale, hanno protestato contro la chiusura dei reparti di Pediatria e di Ginecologia-Ostetricia del Trigona di Noto. Insieme ci si è recati nei suddetti reparti, vuoti perché tutti dimessi (vi era stamane ancora una bambina che è stata mandata a Catania), dove a prendere la parola per primo è stato il consigliere comunale Pietro Rosa, come noto Presidente della Commissione Speciale che ha provato a dialogare con le autorità in merito alla rifunzionalizzazione della rete ospedaliera siciliana, ma con scarsi, anzi nulli, risultati. Il Decreto non è stato cambiato di una virgola e la struttura del Trigona si svuota sempre più. Tornando alla protesta di stamane il consigliere Rosa ha lanciato una proposta ovvero quella di convocare un Consiglio Comunale permanente proprio all’interno del nosocomio netino. Proposta seguita dalla richiesta scritta, già inviata, alla Presidente del Consiglio Veronica Pennavaria, anche lei presente stamane. Lo scopo sarebbe quello di vigilare affinché l’impegno dichiarato dal Direttore Generale dell’Asp 8, Salvatore Ficarra, e cioè quello di vedere il rientro dei reparti entro 30 giorni, venga rispettato. La presa di posizione delle Istituzioni, però, lascia tutt’altro che soddisfatti, purtroppo forti dubbi aleggiano su questa chiusura così repentina ed in concomitanza con la riapertura degli stessi reparti a Siracusa, dopo una fase di ristrutturazione. Inoltre, proprio legata alla rifunzionalizzazione, siccome nel Trigona non sono previsti i due reparti, si ipotizza possano direttamente rientrare al “Di Maria” di Avola. Il perché di questi “reconditi pensieri”, o come li ha definiti il sindaco Bonfanti “processi alle intenzioni”, è presto detto anzi a spiegarlo è proprio Vittorio Padua, riferimento della Rete Civica della Salute per la zona sud e quindi organizzatore della mattinata in ospedale, che ha preso la parola sempre nel corridoio del reparto : “Mancano pediatri ? Perché non sopperire per intanto con i medici in servizio presso il Punto di Pronto intervento pediatrico territoriale che sono sotto utilizzati per quanto concerne l’attività sanitaria pediatrica ? Oppure : perché non “ precettare “ i pediatri di base affinché turnino presso il reparto di pediatria? Ciò fino ad una normalizzazione delle temporanee “criticità“ assistenziali! Spiace constatare che la Direzione non abbia preso nemmeno in esame queste possibilità; la decisione presa invece si configura come una interruzione di pubblico servizio per tutta la zona sud”. E mentre si conludeva la mattinata arrivava anche il Primo Cittadino, proprio all’ingresso del Trigona c’era un nuovo momento di confronto, dai toni accesi, proprio con Bonfanti che nel ribadire la totale fiducia alle parole ed all’impegno di Ficarra, tentava di riportare il sereno. “I reparti rientreranno entro 30 giorni, il resto sono processi alle intenzioni”. Peccato però che girando per i grandi corridoi e gli ampi spazi del Trigona si riflette sul fatto che forse con un numero maggiore di processi alle intenzioni, con una presa di posizione politica più forte, con u pressing asfissiante nelle “sale dei bottini” (leggasi come stanze dei politici regionali), oggi l’ospedale di Noto non sarebbe una misera e triste scatola vuota a fronte di un territorio vasto e bisognoso di assistenzasanitaria.

Emanuela Volcan

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