Spettacolo

Noto, presentato il dramma sacro “Il Galileo – L’imbroglio” di Beppe Rosana

23 lunghi anni sono trascorsi dall’ultima rappresentazione del dramma sacro visto nella città di Noto, l’ultima fu a marzo del 1995, che torna grazie alla scrittura e al genio di Beppe Rosana ed alla caparbietà della Pro Noto e del suo Presidente Piero Giarratana. Così stamane il nuovo progetto artistico è stato presentato in Sala degli Specchi di Palazzo Ducezio grazie ad una conferenza stampa convocata appositamente. L‘Assessore alla Cultura Frankie Terranova, assenti ilSindaco Corrado Bonfanti, impegnato ad Agrigento per la riunione dei Distretti Turistici, e l’Assessore al Turismo Giusy Solerte, fuori sede, ha fatto gli onori di casa e con grande soddisfazione ha presentato questo nuovo evento per la città: “Siamo stati molto felici di patrocinare questa iniziativa che si inserisce perfettamente nel modello di sviluppo che da anni stiamo adottando e che ci sta regalando importanti risultati. A Noto non si fa solo “consumo” di cultura ma la realizziamo praticamente affiancando ad ogni evento  momenti di alta formazione e workshop. Ognuno mette qualcosa e ciò permette oltre che uno scambio una crescita per tutti”. Nel dettaglio dello spettacolo, che avrà anche un interessante prologo laDomenica delle Palme, quando alle 11,30 sul sagrato della Basilica del Santissimo Salvatore tutti gli attori in costume saranno i “soggetti” di un concorso fotografico aperto a tutti, il Presidente della Pro Noto Piero Giarratana: “Un’idea sviluppata ancora in piena estate; un incontro fortunato e fruttuoso che ha dato inizio a tutto questo. L’opera che vi proponiamo non è solo una rappresentazione ma una vera e propria avventura artistica, spirituale, religiosa che vedrà coinvolte oltre 120 persone, impegnate dallo scorso mese di ottobre”. L’autore Beppe Rosana ha poi voluto ringraziare tutti colori i quali si sono spesi per questo evento, raccontando poco dell’opera in sé per lasciare quella giusta curiosità che meglio porrà lo spettatore dinnanzi alla rappresentazione. Due gli spettacoli in programma il 27 e il 31 marzo alle 20,30 proprio dinnanzi a Palazzo Ducezio che sarà la scenografia naturale del dramma sacro: “Nella nostra città questo particolare tipo di rappresentazioni era nato grazie a padre Filippo, vice parroco dell’Immacolata, nel 1983 con il Nazareno, poi, come già ricordato, s’interruppe ed oggi siamo qui a riproporlo con grandi sforzo, impegno e sacrificio. Tre gli attori professionisti coinvolti, oltre alla Carbonetti qui presente, anche Montandon e Minardi, quest’ultimo di recente in scena al Tina Di Lorenzo. Importantissime le collaborazioni con l’Istituto Matteo Raeli e voglio ringraziare la docente Cristina Cataneo nel suo doppio ruolo di artista, per le realizzazioni scultoree fatte con i suoi alunni, che arricchiranno la scenografia, e di attrice, l’insegnante Giuseppina Di Tomasi, della sezione moda, che si è occupata con le sue classi dei costumi. Un sentito grazie ai Dirigenti scolastici Concetto Veneziano, del “Raeli”, e Antonella Manganaro della “Melodia”, grazie al coinvolgimento anche dei più piccoli. Un testo dove non mancheranno le sorprese ed alcune contaminazioni con il presente”. Infine parola all’attrice Antonietta Carbonetti che interpreta il ruolo della mamma di Giuda: “Questo teatro è molto importante perché dopo quello romano il teatro ufficiale si fermò per un lungo periodo, tornando in auge proprio con quello sacro nel Medioevo. Il Galileo-l’imbroglio è un testo davvero particolare dove Gesù Cristo è messo un po in ombra”. In rappresentanza di tutti gli attori non professionisti coinvolti ha preso la parola Edy Lucchesi: “Voglio davvero ringraziare Beppe Rosana per l’opportunità che ci ha dato, e penso di interpretare il pensiero di tutti. Un’avventura importante soprattutto dal punto di vista personale; una scommessa a cui abbiamo dato il nostro apporto con grande forza interpretativa. Noi siamo “amattori” e dobbiamo avere grande rispetto di questa professione a cui ci avviciniamo davvero in punta di piedi. L’opera che ci apprestiamo ad interpretare è strabiliante”. Cresce l’attesa, dunque, adesso dalle parole alla messa in scena.

Emanuela Volcan
 

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