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Noto, pronto soccorso chiuso: indagati 5 medici

Un avviso di conclusione indagine è stato emesso dalla Procura di Siracusa e notificato dalla Guardia di Finanza nei confronti di 5 medici dell’ospedale Trigona di Noto. Sono accusati, in concorso, dei reati di falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio.

Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Noto, sotto la direzione dei sostituti procuratori Andrea Palmieri e Salvatore Grillo, hanno riguardato le assenze di personale medico che hanno determinato, nella scorsa estate, la chiusura del Pronto Soccorso del Nosocomio netino.

In particolare, i dottori, tutti impiegati nell’azienda ospedaliera, si sarebbero refertati vicendevolmente falsi incidenti sul lavoro, dichiarandosi tutti inabili al servizio e costringendo così i vertici dirigenziali a chiudere il Pronto Soccorso di Noto a causa dell’assenza del numero minimo di medici disponibili all’impiego.

L’episodio avvenne il 3 luglio quando l’Asp ha dovuto chiudere il pronto soccorso del Trigona per la carenza di organico. Nei giorni precedenti l’Asp aveva pubblicato un avviso interno per l’espletamento in regime di plus orario di turni aggiuntivi al pronto soccorso dell’ospedale di Avola e di Noto dove vi erano in servizio soltanto 9 dirigenti medici.

Cinque dei nove dirigenti medici hanno presentato certificazione di inidoneità al lavoro per motivi di salute riducendo di fatto l’organico disponibile a quattro medici per entrambi i Pronto soccorsi. L’azienda ha preferito mantenere aperto il Pronto soccorso di Avola in quanto sede, nella nuova rete ospedaliera, del Polo per acuti. In quella circostanza, la Direzione aziendale ha trasmesso gli atti all’autorità giudiziaria considerato che l’assenza contemporanea per motivi di salute di cinque unità di personale su nove è apparsa quantomeno insolita”.

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, intervenne per procedere al reclutamento di professionisti in pensione per sopperire al disagio. Al tempo stesso aveva chiesto ogni approfondimento utile sulla improvvisa assenza di alcuni medici che sarebbe causata da problemi di salute. “Se fosse così – commentò Razza – sarebbe una vergogna”.

 

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