Cultura

Noto, “singolari anacronismi” firmati da Pier Raffaele Platania

 Un nuovo spazio culturale, Kairòs Androne in Arte in via Silvio Spaventa 2 a Noto, sta ospitando la mostra fotografica personale “#hashtag” di Pier Raffaele Platania: “Hashtag è un neologismo entrato di forza nel nostro quotidiano. Coniato nel 2007 è stato inserito, nel 2014, nel prestigioso Oxford English Dictionary con la seguente definizione: “parola o frase preceduta dal simbolo hash (#), usato nei social media ed in applicazioni, specialmente su Twitter, per identificare messaggi di uno specifico argomento”. Dal 2011 l’#hashtag entra a far parte del mondo di Instagram.

Un hashtag è dunque un tipo di etichetta (tag) utilizzato come aggregatore tematico, la sua funzione è di rendere più facile per gli utenti trovare messaggi su un tema o un contenuto specifico. La fotografia istantanea (comunemente detta Polaroid) – spiega sempre l’autore- è un tipo di stampa fotografica che permette di ottenere fotografie in tempo relativamente breve (dell’ordine di secondi o minuti) a seguito di uno scatto. Le più popolari macchine fotografiche in grado di eseguire questa tecnica erano prodotte dalla Polaroid Corporation. Il brevetto della Polaroid consisteva in una particolare fotocamera in grado di contenere una cartuccia con una serie di fogli fotosensibili, una volta impressionata, la carta necessitava di essere estratta manualmente dalla fotocamera ed in seguito (trascorso un intervallo di circa 60 secondi) veniva separata dal foglio contenente il reagente, lasciando una immagine impressa direttamente in positivo (eliminando il passaggio del negativo, che richiedeva l’uso di una camera oscura per lo sviluppo fotografico). Un’ istantanea unica e non riproducibile. Instagram è un’applicazione molto semplice: permette di condividere le immagini con i propri follower, e ogni foto ha una forma quadrata con un piccolo bordo bianco, in uno stile che ricorda vagamente le Polaroid. Gli utenti possono modificare le immagini utilizzando i diversi filtri che l’applicazione mette a disposizione. Questi tre elementi chiave rappresentano l’incipit da cui parte l’idea per la mise en scène del mio progetto”. E così Pier Raffaele Platania ci mostra il suo mondo, la quotidianità ma facendoci soffermare su come questa ci scorra davanti anche in modo inusuale, basti pensare ai grattacieli “in movimento”: quante volte abbiamo visto questo scenario attraverso un finestrino bagnato ma mai avremmo pensato di soffermarci su di esso. Nella presentazione critica della personale, visitabile sino a domenica 4 giugno, Laura Cavallaro, storico dell’arte e curatrice indipendente scrive: “Hashtag e Polaroid sono concetti diversi ed inevitabilmente tra di essi anacronistici. Il primo racchiude la precaria stabilità della società liquida, bulimica e frenetica, social, etichettante. Il secondo rimanda all’incrollabile fascino dell’irripetibilità, privilegio autentico, istantaneo mistero. Essi costituiscono il titolo e il formato di stampa fotografico scelti da Pier Raffaele Platania; concetti che pensati insieme diventano unione, commistione, fusione ricercata dall’esito attuale che consegna visioni moderne e congela attimi, sventrandoli dalla memoria di uno smartphone, scrigno e possessore delle nostre più intime immagini. A legare i nove scatti in mostra non sono i luoghi fisici né i soggetti, tantomeno il tempo materiale, bensì sono i loro “omonimi interiori”. Quello che le fotografie di Platania celano è molto di più di quello che palesano; le fotografie di #Hashtag ci inducono a passaggi interiori di riflessione, scuotendoci dall’apatia delle risposte immediate e disabituandoci alla semplicità. E ciò è bene, e ciò è Arte; oggi più che mai necessaria, oggi più che mai, necessità”.

 
E.V.

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