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Nuova giunta: premiati i singoli, alla porta partiti e movimenti

All’indomani della mossa a sorpresa (ma non tanto) del sindaco Francesco Italia di proporre una nuova giunta imbarcando cinque assessori in sostituzione di quelli che, dalla scorsa estate alle ultime ore, hanno preferito defilarsi dall’equipaggio amministrativo, è piuttosto articolata la riflessione politica che da più parti viene espressa. Il leit motiv è quello prettamente politico. Nel centro sinistra ci si chiede quale sia il senso di questa nuova giunta che premia non tanto partiti e movimenti ma singole persone che hanno dimostrato in questi anni lealtà al primo cittadino e al suo progetto per la città.

Si delinea, al momento, un profilo di giunta slegato dalla politica, lontano dai partiti tradizionali e dalle organizzazioni civiche che fino a l’altro ieri hanno aderito a un progetto sul quale non credono più. Il quadro politico ha cominciato a sgretolarsi in estate con l’uscita dalla giunta di Italia Viva. Ad agosto è toccato al partito democratico prendere le distanze dalla giunta Italia e dai due assessori di riferimento, Coppa e Buccheri, che, a loro volta, hanno fatto la scelta di staccarsi dal partito per proseguire l’esperienza ammnistrativa. Si dirà che il Pd è comunque rappresentato in questa giunta anche se dalla minoranza. Peraltro, il neo assessore Andrea Firenze, ha dichiarato di essersi dimesso dal comitato provinciale e da quello cittadino.

Per ultimo è toccato a Lealtà e condivisione prendere le distanze dal sindaco e dalla Giunta facendo dimettere gli assessori Gradenigo e Gentile. Dopo un tira e molla e un dibattito interno, L&C ha deciso di “mollare” il sindaco “per via della contrapposizione sulle alleanze da ipotizzare per la tornata elettorale di giugno 2023 e sulle modalità di individuazione del candidato sindaco” nel centro sinistra. Si attendono ulteriori dettagli dal movimento che ha convocato per domattina una conferenza stampa.

Fuori i partiti e i movimenti che l’appoggiavano, che Giunta è questa che propone cinque nuovi volti su nove? (Coppa e i tre nuovi Carbone, che si è dimessa dal consorzio per l’area marina protetta del Plemmirio, Bugliarello, legale dello studio Favi&Coppa, e Raimondo), sono riconducibili allo stesso sindaco; due sono riferibili alla minoranza PD (il cutrufiano Tota e il gentiliano Buccheri mentre Firenze, come detto, si è dimesso da ogni incarico nel Pd), uno della lista di “Fuori Sistema”, Sergio Imbrò, e infine Fabio Granata.

Gli obiettivi rimangono le elezioni amministrative del giugno 2023 e la volontà di Italia di riproporre la propria candidatura a sindaco. C’è ancora un anno e mezzo, però, prima di questo appuntamento. Un arco di tempo in cui l’amministrazione comunale è chiamata ad affrontare un ruolo delicato nella gestione dei fondi del piano nazionale di rinascita e di resilienza, il famoso Pnrr, che è stato evocato anche in occasione della presentazione della nuova squadra di palazzo del Vermexio. Il vuoto del consiglio comunale a cui si aggiunge quello fatto dai partiti e dai movimenti attorno alla giunta, rischiano di lasciare il sindaco in splendida solitudine. Sta ad Italia dimostrare che le scelte fin qui operate abbiano una valenza strategica sia sotto l’aspetto amministrativo sia in quello politico.

In mezzo a tutto ciò rimane la città con i suoi problemi (tanti, forse troppi), le sue speranze (spesso deluse), i suoi progetti (tanti sulla carta) e la politica che non c’è più, forse.

F. N.

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