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Omicidio Eligia Ardita, la difesa propone alcune eccezioni preliminari

La difesa di Christian Leonardi, l’ex guardia giurata siracusana, condannata in primo grado alla pena dell’ergastolo perché riconosciuto responsabile dell’omicidio della moglie, Eligia Ardita, e della morte della figlioletta Giulia, hanno presentato alcune eccezioni al processo d’appello che si è aperto ieri mattina davanti alla corte d’assise d’appello di Catania. Gli avvocati Felicia Mancini e Vera Benini hanno eccepito sull’ammissione di parte di civile di alcuni parenti della vittima e della fondazione Eligia e Giulia, sostenendo che la costituzione dell’organismo è avvenuta successivamente alla morte dell’infermiera siracusana, avvenuta la sera del 19 gennaio 2015. All’eccezione si è opposto l’avvocato Gianbattista Rizza, che ha sostenuto non trattarsi di una società di capitali ma di un’associazione di persone fra parenti, amici e colleghe di lavoro, che hanno subito una perdita importante con la scomparsa di Eligia.

La difesa ha chiesto che venga espletata una nuova perizia medica e di esaminare in aula l’avvocato Gioacchino Scuderi, che ha difeso Leonardi nella prima fase delle indagini, convincendolo a costituirsi ai carabinieri. Ma com’è avvenuto nel dibattimento in primo grado, il legale potrebbe far valere il segreto professionale e non presentarsi davanti ai giudici dell’appello.

La corte d’assise d’appello si è riservata sulle eccezioni avanzate dalla difesa ed ha fissato una nuova udienza per il 16 dicembre quando emetterà la relativa ordinanza per accogliere o meno le richieste e procedere oltre. E’ stata fissata in calendario una nuova udienza per il mese di febbraio quando si entrerà nel vivo dell’istruttoria dibattimentale. Leonardi, che si trova detenuto nella casa circondariale di Cavadonna dal 19 settembre di 4 anni fa, ha chiesto la riforma della condanna inflitta dalla corte d’assise in primo grado. Sostiene di non essere il responsabile della morte di Eligia e della figlioletta come in un primo momento aveva confessato, ritrattando ad inizio di processo con una memoria in cui ha detto di essere stato indotto a costituirsi e a confessare un delitto che dice di non avere commesso.

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