Omicidio Scarso: a giudizio Tranchina, abbreviato per gli altri due giovani
Seguono due strade processuali differenti i 3 imputati coinvolti nella morte di don Pippo Scarso, l’ottuagenario deceduto a distanza di 2 mesi dal ricovero in ospedale dopo l’aggressione con il fuoco subita in casa la notte tra il primo e il 2 ottobre del 2016. Il 21enne Marco Gennaro e Sebastiano Amorelli di 19 anni – che deve rispondere solo del reato di stalking – sono stati ammessi al rito abbreviato e la loro posizione sarà definita in occasione dell’udienza del 15 marzo davanti al gup del tribunale aretuseo, Anna Pappalardo. Il 19enne Andrea Tranchina, la cui posizione è più delicata rispetto agli altri due, si è visto rigettare la richiesta di rito abbreviato condizionato e lo stesso gip ne ha disposto il rinvio a giudizio. Tranchina, quindi, dovrà comparire il 2 marzo davanti alla Corte d’assise per sostenere il processo con il rito ordinario al quale sono stati ammessi a costituirsi parte civile i parenti di Scarso, con il patrocinio dell’avv. Aldo Valtimora.
A sostenere l’accusa in entrambe le circostanze è il pm Andrea Palmieri che era ricorso al giudizio immediato, sostenendo avere in mano tutte le prove necessarie per sostenere l’accusa in aula. Prove che sono state raccolte dagli agenti della squadra mobile durante il corso delle indagini, culminate con l’arresto dei due giovani, ritenuti responsabili dell’ultima incursione nella piccola dimora di Scarso. In particolare, il magistrato sostiene che Tranchina e Gennaro si sarebbero introdotti 20 minuti prima delle 2 nell’abitazione di Scarso, sita al ronco a via Grottasanta. Mentre la vittima dormiva, l’avrebbero cosparsa di alcol provocando ustioni di secondo e di terzo grado sul 13% della superficie corporea, in particolare al cuoio capelluto, al collo e alla spalla sinistra prima di darsi alla fuga. L’anziano, soccorso da alcuni vicini di casa, fu poi ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania dove morì a seguito di shock settico e sindrome da grave infezione polmonare.