Primo Piano

Operazione Rinascita Scott: la siracusana Lo Iacono ai domiciliari

Il tribunale del riesame di Catanzaro ha accolto il ricorso proposto dalla difesa di Elisabetta Lo Iacono, la commercialista siracusana coinvolta nella maxi operazione antimafia denominata “Rinascita Scott”, disponendo la meno afflittiva misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari. Assistita dall’avvocato Antonio Lo Iacono, l’indagata ha ottenuto l’esclusione dell’aggravante dell’ex articolo 7. Per i giudici del tribunale della libertà, in sostanza, non vi è stata la volontà specifica di favorire l’attività di un’associazione di tipo mafioso.

Secondo quanto riportato nella corposa ordinanza, Lo Iacono sarebbe stata “la tenutaria delle scritture contabili di tutte le società di Antonino Delfino (imprenditore reggino, suo compagno nella vita, anch’egli coinvolto nell’inchiesta, ndr), in alcuni casi era stata anche procuratrice speciale di Delfino per la costituzione di alcune di queste, oltreché sua compagna nella vita. Il suo apporto alle attività svolte da Delfino, come emergeva nelle ricostruzioni effettuate durante tutto il presente capitolo, non appariva solo di natura professionale, intesa come mera gestione amministrativo contabile: era soprattutto la principale finanziatrice dello stesso e, dalle conversazioni intercettate, sua ulteriore socia occulta”. Per gli inquirenti avrebbe anche partecipato ad alcune cene/riunioni tenutesi all’interno dell’abitazione di Saverio Razionale (ritenuto il boss di San Gregorio d’Ippona, componente del crimine dell’intera area vibonese, ndr)”.

La Procura di Catanzaro la compagna dell’imprenditore Delfino era considerata come “centro di filtraggio dei denari poi investiti nelle attività, denari di cui non vi era certezza sulla provenienza, avendo questa mescolato le sue operazioni bancarie personali con quelle dei suoi clienti, tant’è che si rinvenivano numerosi bonifici, anche di somme ingenti, effettuati da imprenditori clienti di questa direttamente sui conti correnti di più società di Delfino.Gli inquirenti sostengono che i soci dell’attività imprenditoriale fossero Delfino, la sua compagna e Razionale, “aggiuntosi strada facendo” mentre “a reggere le attività burocratiche, amministrative fiscali e contabili delle società era Elisabetta Lo Iacono”.

L’indagata, sin dal primo momento si è dichiarata estranea ai fatti oggetto della contestazione, sostenendo di non sapere quali fossero i pregressi anche di natura giudiziaria dei suoi interlocutori ed in particolar modo di Razionale. La sua tesi è stata ritenuta credibile dai giudici del riesame che hanno annullato il capo d’imputazione più grave che la Procura di Catanzaro le ha contestato.

Francesco Nania

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *