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Ortigia sostenibile: “Quel musical senza attinenza storica con Siracusa”

Il comitato Ortigia sostenibile critica la scelta di ospitare il musical in occasione dei festeggiamenti del genetliaco della città di Siracusa. Non sorprende l’attinenza riscontrata fra la storia americanissima di una figlia con tre padri incerti e i 2750 anni dalla fondazione di Siracusa da parte di chi confonde le piazze patrimonio dell’Umanità con le discoteche, ed i vicoli storici con le friggitorie. Ma rende perplessi vedere coinvolta nella diffusione di questa iniziativa un’istituzione rispettabilissima quale la Società Siracusana di Storia Patria. Che ha partecipato alla diffusione della notizia dello spettacolo alla Piazza d’Armi del Castello Maniace. Non crediamo che Santi Luigi Agnello e Bernabò Brea avrebbero condiviso questa scelta, né lo scadimento dell’immagine culturale della città.

Un momento di sano intrattenimento tra musica e spettacolo ci allontanerà senza dubbi dai problemi ancora irrisolti del centro storico di Ortigia: primo fra tutti la sua inesorabile e lenta trasformazione in Luna Park. Non sono diminuite le emissioni sonore che vengono sparate ben oltre i decibel consentiti, specialmente fra la Marina e piazzetta San Rocco, nessun limite all’abuso di suolo pubblico: non esiste un metodo efficace e continuativo di controllo, nulla di definitivo è stato attuato perché cessino abusi di tale genere, se non multe e ammonimenti che lasciano del tutto indifferenti chi li riceve, troppo impegnati a finire la stagione in attivo. Guadagno e sfruttamento. Da qui si ripartirà – ne abbiamo le premesse –  per la prossima stagione. E sono in tanti ad essere preoccupati, non solo semplici e sconosciuti cittadini, ma anche concittadini più o meno noti: Patrizia Maiorca, presidente Area Marina Protetta del Plemmirio. Per lei, a proposito della scelta del musical inserito nel programma dei 2750, “la città meritava per il suo importante compleanno, di più e di meglio. Così come molto ci sarebbe da fare per la nostra amata e povera Ortigia”.

Ortigia , un’isola diventata “ristorante all’aperto” – lo sottolinea don Alfredo Andronico, parroco di San Martino da cinque anni, da 14 residente del centro storico e dunque attento osservatore dei cambiamenti che hanno trasformato l’isola, così come lui stesso ha appreso ascoltando “gli sfoghi  e a volte la disperazione di persone che piano piano hanno visto cambiare la propria vita”. L’impressione, dice don Alfredo, è che “la politica attuale voglia uccidere anche quel poco di vita normale che ancora oggi si respira fra le vie di Ortigia”.

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