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Nuovo ospedale di Siracusa e i tanti interessi, luci e ombre, grida e sussurra

La sanità siracusana è da Terzo Mondo; il vecchio ospedale è ridotto una casba; e per la realizzazione del nuovo nosocomio, la parte più “piccola” della politica ha provato a riaccendere i fari, riportando l’interesse generale che suscitano sempre le notizie come la costruzione del nuovo e moderno ospedale. Ma le prove tecniche di una nuova politica propositiva nell’assise del Vermexio, si è rivelata ancora più maligna della vecchia; e non è detto che proprio questa iniziativa dal basso, dalla base della politica, riesca davvero dove i “Titani” hanno fallito volontariamente e miseramente. Occorre continuare nell’incoraggiamento forte e deciso, d’ogni ordine e grado, specie da parte della stampa che non deve solo riportare la semplice cronaca, i comunicati stampa, le veline, ma deve chiarire i termini della questione nella siffatta condizione arrivata malamente ormai alla fine della corsa, con i cittadini in balia alle decisioni di manager che non riescono nemmeno a riparare un semplice ascensore.

I disagi per la popolazione sono al massimo livello di sopportazione, e non basteranno i proclami stile vecchia e demagogica politica a risolvere la delicata questione; oggi occorre agire, spronare, proporre, deliberare, tenere la fiaccola accesa, insomma, portare a tutti i costi la “macchina” alla fine del percorso, al traguardo finale. Ma l’attenzione della pubblica opinione e della magistratura inquirente è alla speculazione politica che è sempre in agguato, e che ora s’incardina nella scelta del terreno dove realizzare il nuovo ospedale: dapprima alla Pizzuta, come già assegnato dal Piano Regolatore Generale, ma ora qualcuno vuole forse favorire i “compari”, i soci, i compagni di “merenda”, tentando di spostarlo in contrada Tremilia o fra la Targia e Belvedere. Non è possibile capire questa difficile deviazione, altrimenti si riconferma la vecchia regola che si fanno le infrastrutture solamente in presenza di un guadagno per chi può condizionare “l’affare”, la signora “tangente”. È ora di finirla con questa imposizione, con questo ladrocinio organizzato della cosa pubblica e non bastano le volontà dichiarate, ma occorre che anche la magistratura faccia luce su questa annosa faccenda del nuovo ospedale, che avvolge ormai da anni interessi diffusi verso le lobby della politica affaristica, come in un passato tutto da dimenticare, scancellare.

Si tiene fermo il programma per la realizzazione dell’importante opera pubblica, come il nuovo e necessario ospedale di Siracusa, solo perché bisogna dare il tempo di definire l’acquisto del terreno dove costruirlo? O invece cosa? Ma questa non è politica. È mafia/politica e di quella pura, vera e pesante, che condiziona, senza scrupoli e con uomini che hanno la sicurezza di non essere “pescati” con le mani nel sacco, nascosti dietro la logica di una tecnica sperimentata, e della legge riferita a norme e regolamenti, o richieste logistiche mirate e particolari da parte della competente amministrazione pubblica finale, che dovrà gestire il sito. E guarda caso si registrano ogni volta e puntualmente interventi sincronizzati verso la stessa identica direzione e interesse, come in un film dove il regista ha previsto ogni azione e reazione, tutte le scene ad effetto e il felice classico finale.

Si registrano sull’argomento tante fantomatiche logiche di politica del traccheggio, sia come di economia avanzata; ma la distanza rimane sempre legata alla volontà della classe politica che governa, che deve slegare lacci e lacciuoli per le beghe di partito, di corrente, d’interessi diffusi dove i “pescecani” sono lì in agguato, per liberare l’ambiente deliberante dal condizionamento, dalla speculazione politica, che regolarmente e che si presenta al solo accenno di una qualsiasi progettazione per un’infrastruttura necessaria alla collettività dove ci sono i soldi pubblici da spendere. Nessuno è oggi in grado di stabilire e formalizzare i costi reali per la realizzazione del nuovo ospedale; l’ultima stima legata allo scandalo dell’Expo di Milano parlava di ben 140 milioni di euro, ma la reale condizione dei costi non è stata mai abbozzata o progettata, e non è vero che anche l’altra proposta sulla permuta dei fabbricati, gli ospedali Rizza, l’Umberto I° e il Cinque Piaghe era un affare, di fatto, costava molto di più dei 140 milioni di euro. Quindi, come valutare se è falso il “sole” o è falsa la “luna”?

Sulle risorse finanziarie non c’è una regola certa da percorrere e le notizie si rincorrono e sempre in contrasto l’una dall’altra. E senza voler forzare la mano per scoprire le falsità e le verità, i segreti e gli inganni messe ad arte in campo, la deputazione regionale siracusana rimane in una posizione di pericoloso stallo, di una serie di falli e di una dubbiosa prudenza, senza “scongelare” la vera natura “dell’affaire” chiamato ospedale di Siracusa; in proposito già nel passato abbiamo assistito alla passerella che come un orologio scandiva i tempi e i turni degli interventi dei più “proliferi parlatori” rappresentanti all’Ars del popolo siracusano, ma da qualche tempo sulla vicenda legata al nuovo nosocomio di Siracusa è calato un sospettoso e assordante silenzio, come a voler attendere le mosse degli altri giocatori in campo che, per la verità, ultimamente sono stati davvero tanti e tutti di prima categoria. Appaiono su quest’annosa questione dei vincoli ingiustificati, sospetti, capziosi, e nel frattempo non si riesce a decifrare i tanti “codici” criptati di una politica che sarebbe il caso di mandare in soffitta, visto come si è ridotta la città in termini di degrado e di povertà diffusa; ma il carattere abulico e contorto della nostra vecchia, nobile e falsa Siracusanità, non garantisce scenari rivoluzionari, anzi la preferenza è diretta verso l’aspettare quel qualcuno che arrivi e si presenti come il salvatore della nostra eterna battaglia perduta, e non importa se il tutto sarà a pagamento e con tanti danni perpetui da sommare a quelli già accumulati in anni di profonda apatia politica e i tanti commenti inutili. Si tratta, ora e non domani, di comprendere, soprattutto in questa nuova “vampata” mediatica, il contenuto della verità messa in campo, da chi e perché, sulla costruzione del nuovo ospedale di Siracusa e solo in relazione a ciò è possibile trarne gli spunti per capire la direzione della volontà o se è l’ennesima truffa al popolo siracusano, oppure il tramonto che diventa l’alba; visto i trascorsi forse è davvero il caso che a occuparsi dell’intera “pratica” per la realizzazione del nuovo sito ospedaliero siracusano sia un magistrato nominato dal “garantista” governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, con un pieno e libero mandato, senza quella pesante e fallosa gestione collettiva della nostra fallita e ladrona politica. Ogni individuo deve credere e dubitare. Nessuno di noi è la verità. Ma tutti abbiamo bisogno oggi del nuovo ospedale e non domani o quando la politica deciderà quanto e come guadagnarci.

Concetto Alota

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