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Pachino, rapinatori seriali arrestati dai poliziotti

Sono scattate misure personali nei confronti di un avolese e di un modicano, accusati di avere messo a segno una serie di rapine. Il provvedimento, adottato dal gip Carla Frau su indicazione del sostituto procuratore Marco Dragonetti, ha consentito ai poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza di Pachino di eseguire l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per l’avolese Vincenzo Accaputo di 26 anni mentre nei confronti di MELFI Fabrizio Melfi di 25, è scattata la misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Siracusa.

L’ordinanza di applicazione della misura cautelare giungeva all’epilogo di una attività investigativa su quattro distinte rapine (due consumate e due tentate), commesse, il 1° febbraio, da due persone travisate, di cui una armata di un fucile a canne mozze sia a Pachino sia a Portopalo nel giro di poche ore l’una dall’altra. La prima rapina consumata a Pachino al rifornimento di carburanti “Lukoil” di via G. Pascoli, dove veniva sottratto l’incasso della giornata ammontante a 1200 euro; la seconda rapina tentata è avvenuta a Portopalo, in Via Carlo Alberto ai danni di un anziano; il terzo tentativo di rapina sempre a Portopalo in una rivendita di tabacchi posta sul corso principale; l’ultimo tentativo di rapina aggravata a Pachino ai danni di un uomo, avvenuta in via Lincoln, dinanzi alla banca Unicredit filiale di Pachino, dopo aver prelevato dallo sportello bancomat.

Gli elementi di prova raccolti nel corso delle indagini evidenziano un quadro accusatorio di assoluta gravità indiziaria in ordine ai fatti contestati che si fondano sulle scrupolose attività di indagine svolte dal Commissariato di Pachino.

Rilevanti nel complesso dell’indagine sono state il tracciamento degli spostamenti degli indagati attraverso le telecamere delle varie zone in cui sono stati commessi i delitti contestati, ma anche le intercettazioni e i tabulati telefonici autorizzati dalla Procura della Repubblica di Siracusa che ha coordinato le attività investigative.

I risultati conseguiti dagli investigatori hanno messo in luce un vero disegno criminoso architettato dai due indagati, che già nei giorni precedenti alla rapina, con premeditazione, si munivano di un fucile a canne mozze col chiaro intento di commettere dei reati. Ed infatti, nell’arco di un’unica serata commettevano, in concorso, varie rapine a mano armata tra Pachino e Portopalo di Capo Passero.

Gli autori delle rapine, peraltro, tra un evento e l’altro, adottavano anche l’astuzia di cambiarsi di abito per sviare le indagini, circostanza questa che veniva accertata grazie alla ricostruzione video che evidenziava come il punto di partenza di ogni delitto fosse l’abitazione di Accaputo.

Infatti, proprio le telecamere di quella zona consentivano di cristallizzare la strategia criminale degli indagati e comparare gli abiti indossati con quelli immortalati dalle telecamere che insistono nei luoghi in cui venivano perpetrati i singoli delitti e con gli indumenti sequestrati presso l’abitazione dei sospettati.

Analogamente, altri impianti di videosorveglianza privata svelavano il percorso e l’auto usata, riconducibile ad Accaputo, che la sera in esame aveva consentito a quest’ultimo e a Melfi di spostarsi tra Pachino e Portopalo di Capo Passero, circostanza rilevata altresì dalla analisi dei tabulati dei telefoni in uso ai medesimi.

Le modalità della condotta tenuta da entrambi gli indagati, sebbene per buona parte le rapine non siano andate a buon fine, denotano uno studio capillare e certosino per la commissione dei delitti loro contestati che ha portato il G.I.P. ad emettere la misura in oggetto.

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