Palazzolo Acreide, crolli al Polivalente: 18 classi senza aule
Rimarrà chiuso per molti mesi l’istituto d’istruzione superiore di Palazzolo Acreide. Lo scorso weekend, in coincidenza con le abbondanti precipitazioni, è crollato parte del soffitto della segreteria e di un altro locale. Per fortuna la caduta di calcinacci non ha provocato danni alle persone ma per precauzione è stato necessario chiudere l’intero edificio, peraltro si nuova costruzione. I tecnici del Libero consorzio, ente proprietario dell’immobile, hanno eseguito un sopralluogo e sono in corso di accertamento l’entità dei danni provocati dalle infiltrazioni d’acqua soprattutto al solaio. Sembra molto probabile che la mole d’interventi da realizzare possa prolungarsi nel tempo. Ciò fa scattare un vero e proprio piano di emergenza per consentire agli studenti che occupano le 18 aule, di non interrompere il ciclo di studi. Una soluzione tampone è stata già individuata e riguarda la distribuzione degli studenti dell’Alberghiero e dell’Industriale in diversi edifici di Palazzolo. Si tratta del palazzo Vaccaro sede del museo di arte contemporanea, l’ostello della gioventù, l’ex istituto magistrale oggi in parte museo dei viaggiatori, e l’istituto classico. Per il trasferimento di suppellettili, banchi, lavagne trascorrerà l’intera settimana. E’ molto probabile, quindi, che le lezioni ricominceranno a partire da lunedì.
“L’ITIS, inaugurato un po’ più di un decennio fa, costato alla collettività 10 miliardi di lire – commenta il sindaco di Palazzolo, Salvatore Gallo – a causa sicuramente di un lavoro progettato male e realizzato peggio, dopo le piogge della scorsa settimana e le infiltrazioni di acqua che ha subito il solaio, registra dei danni seri”. Il primo cittadino si dice pronto a iniziare lo sciopero della fame per far sì che si trovino subito i fondi e che inizino i lavori.
“Vogliamo i Carabinieri del Nil (Nucleo investigativo lavoro) e gli Ispettori del Lavoro in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, della provincia di Siracusa. Non siamo usciti di senno, ma visto che le scuole – per i docenti, il personale Ata, i collaboratori scolastici e per i nostri stessi figli che li vivono, almeno 5 ore al giorno- sono a tutti gli effetti ambienti di lavoro, non capiamo perché non si pretenda in tutti gli edifici l’osservanza del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza negli ambienti di Lavoro”.
L’istanza parte ancora dal Comitato Scuole Sicure di Siracusa, all’indomani dell’ennesimo crollo, verificatosi in una scuola della provincia di Siracusa, questa volta a Palazzolo Acreide”.
“Non è una provocazione- sottolinea il direttivo del Comitato – ma una legittima pretesa”. Siamo stanchi di richiedere interventi diretti a dirigenze scolastiche sorde alle nostre richieste di accessi agli atti, così come alcuni enti locali competenti in materia di edilizia scolastica. Ci sono delle leggi e le leggi sono uguali per tutti”.
“Il Miur – precisano Troia, Belviso e Andronico – è “datore di lavoro” e se “delega” la gestione agli enti territoriali deve anche assumersi la responsabilità delle loro omissioni e procedere con le sanzioni. Visto che quest’opera di supervisione non avviene e la mancanza di risorse finanziarie costituisce un finto alibi stonato, che non siamo più disposti ad accettare, perché come spade di Damocle i solai e i calcinacci pendono sulla testa dei nostri studenti e dei nostri docenti, bidelli e segretari, invochiamo l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Magistratura”.
Il Decreto legislativo n.81/2008 e successive modifiche ed integrazioni – spiegano – parla chiaro e tra i primi requisiti per un “ambiente di lavoro” figurano stabilità e solidità delle strutture”. Le norme sono limpide e trasparenti! Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro o qualunque altra opera e struttura presente devono essere idonei e possedere una stabilità che corrisponda al loro tipo d’impiego ed alle caratteristiche ambientali. Gli stessi requisiti vanno garantiti nelle manutenzioni. Il “datore di lavoro” deve mantenere puliti i locali di lavoro, facendo eseguire la pulizia, per quanto è possibile, fuori dell’orario di lavoro e in modo da ridurre al minimo il sollevamento della polvere dell’ambiente, oppure mediante aspiratori”.
“Queste sono le prescrizioni base – conclude il Comitato – e mi sembra che non vengano, in alcuni casi, minimamente rispettate, quindi si proceda con un regime sanzionatori di tolleranza zero e vedremo finalmente qualcuno correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. Prima che, parafrasando il simpatico Crozza, gli insegnanti italiani siano davvero costretti a fare l’appello dopo le lezioni, per assicurarsi che gli alunni in classe siano rimasti indenni”.
Infine, il Comitato tiene a manifestare un sentito ringraziamento ai Vigili del Fuoco chiamati, in tutto il Paese, a sopperire con la loro attività quotidiana alle inadempienze della politica, facendolo con spirito di abnegazione e percependo salari non commisurati al loro impegno e ai rischi che corrono per mettere in salvo le vite umane.