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Perplessità sull’embargo del petrolio russo

«Lascia alquanto sgomenti l’Intesa notturna siglata durante il vertice europeo sull’embargo al petrolio russo. Dopo una lunga trattativa è stato trovato un “escamotage” che fornisce adeguate garanzie ai Paesi senza sbocco sul mare ma prevede un
embargo immediato al petrolio che arriva dalla Russia all’Ue via mare.»
Vera Carasi, segretario generale della Ust Cisl Ragusa Siracusa, e Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca Cisl territoriale, non nascondono disappunto e preoccupazione dopo le notizie arrivate dall’Unione Europea.
Sebbene la strada sembri tracciata, il futuro, per il polo industriale siracusano, sembra ancora incerto, soprattutto per le aziende come la Lukoil che, oltre ad essere di proprietà russa, raffinano grezzo russo proveniente dalle petroliere.
«Da ormai molti mesi il Governo era stato allertato del pericolo che stava per incombere: – continuano Carasi e Tripoli – da un lato la transizione energetica e la pandemia che da oltre due anni hanno minato la serenità di aziende e lavoratori del siracusano, ponendo innanzi uno scenario di incertezza, dall’altro la recente crisi energetica derivante dalla guerra in Ucraina conclusasi con
la decisione dell’embargo del petrolio russo, via mare.»
Sin dall’inizio la Cisl, come puntualizzato dallo stesso segretario generale Gigi Sbarra, ha sostenuto le sanzioni condannando apertamente quanto sta accadendo in Ucraina.
«Non si tratta di andare contro il sistema sanzionatorio, – sottolineano i due segretari – ma pare che il Governo abbia preso sotto gamba il problema, quasi scherzando con la vita dei lavoratori sia diretti che dell’indotto che da gennaio non conosceranno quale sarà il futuro. Quali
saranno i passi della Lukoil se non riuscirà a lavorare altro greggio non è dato sapere, ma ci auguriamo che non si percorrano strade già battute come lo smaltimento delle ferie e la cassa integrazione che avrebbero effetti economici ancor più pesanti per l’intero territorio.»
È previsto per oggi un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico con la Vice ministra Alessandra Todde che vedrà presenti, tra gli altri, i vertici aziendali Lukoil, i sindaci dei comuni del comprensorio aretuseo, di Confindustria e le segreterie nazionali, regionali e territoriali dei
sindacati confederali e di categoria.
«L’auspicio, in prima battuta, – continuano Carasi e Tripoli – è che l’iter procedurale necessario per ottenere il riconoscimento di area di crisi industriale complessa per il polo industriale di Siracusa, si possa finalmente concludere.
A seguito di questo riconoscimento da parte del Mise potremmo avere importanti ricadute per il polo industriale siracusano, soprattutto grossi investimenti pubblici e privati che potrebbero favorire la riconversione del sito e l’attuazione di un sistema energetico integrato.
Inoltre, per tamponare al mancato arrivo di petroliere provenienti dalla Russia, – concludono il segretario generale della Ust Ragusa Siracusa e il segretario generale dei chimici Cisl – sarà certamente necessario un cambio di rotta che veda lo sblocco delle linee di credito per azienda e
fornitori con la possibilità di acquistare grezzo altrove ed evitare di arrivare al capolinea non poter fare altro che stare a guardare.»

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