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Politica incapace: il territorio siracusano senza un piano valido di rilancio economico

La crisi economica che attanaglia da troppo tempo il territorio siracusano e della quale ancora non si vede la fine, impone a tutti i rappresentanti della politica, maggioranza di governo e opposizione a tutti i livelli, un impegno straordinario a proposito del rigore e dei fabbisogni della popolazione abbandonata al destino dei vinti, con risposte immediate e comportamenti coerenti.

Il dibattito deve integrarsi sulla sostenibilità del sistema economico locale, e non invece sulla sterile e confusa e sguaiata polemica, che ormai va avanti da troppo tempo. La gente non sopporta più il sentire di una cantilena provocatoria che parla solamente d’inchieste, di denunce e di querele, di chi vorrebbe aizzare le piazze ormai vuote contro i nemici politici; la gente è stanca di sentire sempre la stessa litania, senza alcuna proposta valida.

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Opposizione costruttiva e buon governo? Si appuntisce con questa domanda un nesso virtuoso fra minor ricchezza che insiste per la crisi profonda e l’allentamento dei diritti dei cittadini in termini di tutela e la promozione della nuova economia di cui Siracusa e tutta la provincia ha davvero bisogno, ora più che mai, e non può essere messa in discussione in tempi di crisi economica, allineando meccanicamente ad altri fattori di polemicuccia nella gestione della pubblica amministrazione e magari cogliendo l’occasione per accusare l’avversario senza alcun utile per la collettività. Quello che serve sono le buone intenzioni e del buon governo, del programma di uno sviluppo economico capace di farci uscire dal tunnel dell’immobilismo: attrarre investimenti privati è la strada maestra, ma occorre sgombrare il campo dall’interesse personale e di gruppo, dalle lobby della politica e degli affari.

Non tutti i politici siracusani a più livelli hanno fatto la loro parte; è evidente come si espone la politica nella vita sociale della collettività; questo serve per non disperdere fra l’altro il processo d’integrazione; non siamo stati in grado di rispondere alle nuove domande delle esigenze della comunità e al contempo di spendere al meglio, risparmiando i soldi pubblici.

Il dibattito negli ultimi tempi è stato feroce, ma a tratti incivile, con i temi caldi e di grande attualità che hanno interessato i cittadini e le istituzioni a tutti i livelli, il mondo del lavoro, le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e altro ancora, ma con un’importante assenza: quella dei consiglieri comunali, dei parlamentari regionali e nazionali. Per questo si avverte la necessità di un coordinamento fra tutti consiglieri comunali, i deputati all’Ars, alla Camera e la Senato, in primis quelli del Partito Democratico forte del governo dello Stato italiano che si devono occupare dei problemi reali di tutto il territorio siracusano seriamente; occorre far crescere la consapevolezza che al governo simbolico delle città non può essere lasciato un ruolo annichilante di esecutore di decisioni prese altrove e da altri, tanto più in situazioni difficili come quella attuale, nella quale è evocata continuamente e spesso e senza ragione la necessità di agire in emergenza.

Concetto Alota

 

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