Politici tra corruzione, clientelismo, immobilismo e sottogoverno: non alzano un dito e abbassano la testa
Sono diventati davvero troppi i politici che hanno da sempre rappresentato il clientelismo, la corruzione e l’immobilismo e il doppio gioco del sottogoverno. Il clientelismo trova terreno fertile dove c’è divisione ideologica, in presenza di crisi del lavoro e dove ogni uomo, come tale, nonostante fa parte della società, si trovi ad essere isolato dal resto dei propri simili, emarginato perché povero. Ma è la corruzione nella società moderna, così come l’infiltrazione della mafia degli appalti nella politica, ad essere in forte crescita. Il territorio siracusano è tra i primi posti in Sicilia per i crimini in generale e insiste ancora tanta omertà diffusa a tutti i livelli istituzionali. Le indagini degli inquirenti sullo scandalo degli appalti truccati nella Sanità in Sicilia si espandono a macchia d’olio; si cercano i collegamenti con i vari uffici periferici.
Attraverso una metodologia originale, si censisce ogni scambio illecito che coinvolge direttamente uomini politici anche all’interno di altri reati; il concorso esterno in associazione mafiosa, il voto di scambio, ma anche in un quadro della corruzione in molte azioni nei consigli comunali, regionali, alla Camera e al Senato. Il massimo grado di corruzione si raggiunge nelle cariche di sottogoverno, camuffando il connubio con il politico al potere; tutto si rivela con dettagli interessanti, come la crescita esponenziale di vicende di corruzione in presenza della criminalità organizzata soprattutto in Sicilia, dove si registra un forte aumento dei reati associativi in cui si annidano vicende di corruzione e amicizie pericolose tra colletti bianchi e uomini della malavita organizzata. Un paravento nasconde il modus operante degli affari tra politici e mafiosi; prestanome e gregari combinano affari con il denaro pubblico. Scoperti rimane l’esistenza del reato, ma senza l’aggravante della contiguità con la mafia, l’infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione, dimezzando così condanne e pene.
Nel segreto le alleanze tra la mafia e la politica s’intrecciano per diventare mafia-politica; e non dipende solo da una diversa strategia repressiva degli organi di contrasto, ma dalla natura stessa della corruzione, che si presenta sempre più organizzata e variegata con altre forme di criminalità, ramificandosi nella società moderna come fosse una regola istituzionale, paradossalmente, della democrazia moderna. Specie i politicanti di professione che stringono accordi con le imprese per appalti servizi in concessioni. Si va dalla raccolta della monnezza alla videosorveglianza. Ancor più ardua l’organizzazione del potere politico, accordi e programmi bene organizzati per la raccolta dei voti a pagamento o nel clientelismo con i posti di lavoro o denaro, ma anche per non essere “disturbati” nei loro traffici, come la partecipazione nell’appalto dei lavori pubblici, o le concessioni di licenze per attività pubbliche a prestanome.
Oggi il confine tra legalità e illegalità è inesistente tra economia legale e l’illegale, la cosiddetta mafia capitalista, inserita nei circuiti finanziari istituzionali in connubio con la politica e la criminalità mafiosa intesa come potere, senza violenza, e niente può fermarla, nemmeno il voto di protesta massiccio; occorre cambiare mentalità e debellare la corruzione e il malaffare. Ma sarà davvero difficile ritornare nei canoni della civiltà e della legalità, dopo aver assaporato facilmente il guadagno dei soldi, il piacere del potere, che sono ormai le carte da gioco rimaste sul tavolo del popolo vittima delle lobby del potere che decidono cosa dobbiamo mangiare, fumare, leggere sui giornali o ascoltare in Tv. Anche tanti media, non tutti per fortuna, quelli appartenenti alla “stampa amica”, si sono adagiati al sistema; il silenzio stampa verso chi foraggia testate e testatine viene pagato attraverso il cerchio magico, in una sorta di estorsione silenziosa se non addirittura attraverso una campagna che difende gli uomini della politica, specie per i sindaci, che usano due pesi e due misure, elargendo “sussidi” e “contributi”, anche di pochi spiccioli, solo a chi parla e scrive bene della loro attività.
Il ricambio generazionale sta affermando un numero sempre maggiore d’imprenditori infischiati negli affari con uomini della malavita organizzata, mentre crescono le figure dei liberi professionisti del malaffare. I processi di globalizzazione economica e culturale si sono estese e diffuse su larga scala. Siamo di fronte ad una perversa operazione di criminalizzazione della vita quotidiana. I furbi politicanti si avvalgono dei molteplici strumenti e meccanismi economici, sociali, politici, legislativi che diventano un terreno fertile per la repressione e la provocazione contro i movimenti di lotta e di protesta politica, ambientale e sindacale, mentre il Paese reale affonda nella corruzione.
Concetto Alota