Ponte dei Calafatari, inchiesta giudiziaria verso l’archiviazione
L’inchiesta giudiziaria sull’abbattimento del ponte dei Calafatari si avvia a grandi passi verso l’archiviazione. Il pm Margherita Brianese, titolare dell’indagine, già da qualche tempo ha trasmesso all’ufficio del giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione della posizione dei funzionari del Comune che erano stati iscritti al registro degli indagati.
Nella prima fase delle indagini, la Procura aveva ipotizzato a carico dell’ing. Natale Borgione e del geometra Sergio Russo il reato di falso relativamente al provvedimento di somma urgenza con cui si è proceduto all’abbattimento del terzo ponte di collegamento tra Ortigia e la terraferma. L’inchiesta prese le mosse su iniziativa del Movimento 5 stelle e di un’interrogazione del consigliere comunale Salvo Castagnino, che sollevarono dubbi sui tempi e sulla necessità di demolire lo storico ponte. Ma già nel dicembre di due anni fa, l’ing. Borgione, il dirigente che ha diretto le operazioni, ha chiarito la propria posizione davanti al pubblico ministero Brianese. Disse che l’esigenza di demolire il ponte dei Calafatari si era già presentata già 17 anni fa, quando fu necessario eseguire un intervento sul ponte Umbertino.
Per un troncone d’inchiesta sul ponte dei Calafatari che va verso l’archiviazione, un altro è ancora in itinere ed è legato alla denuncia sporta nel mese di agosto dal Movimento nazionale per la sovranità che ha rilevato il mancato smaltimento dei materiali di risulta rimasti in fondo al mare della Darsena e del porto piccolo. L’avv. Aldo Ganci, responsabile siracusano di Mns, sostiene che quell’inconveniente provoca la riduzione della profondità dei fondali di circa mezzo metro, provocando problemi alla navigazione delle imbarcazioni. Quest’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e diretta dal pm Marco Di Mauro che ha delegato le indagini agli agenti di polizia municipale in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura.