PONTE SULLO STRETTO, I DUBBI DELL’ANTI CORRUZIONE
Il presidente dell’Anac Giuseppe Busia, audito dalle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera, ha mostrato alcuni dubbi sulla progettazione de costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Il presidente dell’Anticorruzione solleva dubbi sui vincoli europei. La direttiva europea richiede che non ci si allontani dai costi più del 50 per cento del valore messo ordinariamente in gara”.

Il valore messo a gara era molto inferiore, quasi la metà di quello considerato oggi. Il suggerimento reso dal presidente Anac è di prevedere come garanzia, in una fase in cui non abbiamo il progetto esecutivo, una formale interlocuzione con le istituzioni comunitarie”.
Per Busia, “sarebbe auspicabile che, nel frattempo, si arrivasse al progetto esecutivo complessivo in modo da fornire al governo e al Parlamento una visione chiara di quali siano almeno i costi iniziali”.
Il presidente dell’Anac ha posto anche un problema legato alle possibili infiltrazioni mafiose nella realizzazione del Ponte. “Un’opera di queste dimensioni, anche finanziarie, richiede un innalzamento delle verifiche. Il governo ha intenzione di intervenire rafforzando le verifiche antimafia. Il decreto può essere l’occasione per prevedere da un lato l’utilizzo della progettazione di tutti gli elementi di digitalizzazione dei cantieri, così da verificare tutte le imprese, anche quelle in subappalto e nello stesso tempo garantire la sicurezza dei lavoratori.
L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha sottolineato che il passaggio “da 8,5 miliardi di euro stimati nel 2011 ai 13,5 miliardi del Def 2024 non è riconducibile a maggiori opere, bensì al significativo aumento dei prezzi registrato negli ultimi due anni”.



