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Porto turistico al Talete: udienza al Tar e poi il progetto definitivo

Verso la stesura del progetto definitivo del terzo porto turistico che dovrebbe essere realizzato a ridosso del parcheggio Talete. La società Port Royal, che dodici anni fa ha avviato la procedura per costruire l’infrastruttura, ha fissato per il mese di marzo l’obiettivo che più volte è stato necessario rinviare, non ultime le vicende dell’emergenza sanitaria. Prim’ancora di arrivare alla conferenza dei servizi, dove affrontare la questione del progetto definitivo, c’è da superare un altro scoglio giudiziario, rappresentato dall’udienza di merito, fissata davanti al Tar di Catania per il 24 febbraio.

La vicenda ha radici che affondano al 2009 quando la Port Royal srl ha proposto ricorso davanti alla sezione etnea del tribunale amministrativo regionale, per l’annullamento, previa sospensione, della determina sindacale del 10 aprile di quell’anno con cui il Comune capoluogo ha nominato il responsabile unico del procedimento relativo alla valutazione di ammissibilità del progetto preliminare presentato dalla società ricorrente per la realizzazione del porto turistico. A seguito del collocamento a riposo del difensore dell’ente pubblico, il processo è stato dichiarato interrotto. Il 22 ottobre, la Port Royal ha riassunto il giudizio interrotto e il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio per spiegare le opportune deduzioni. 

“Si tratta di un’udienza di merito del tutto formale – afferma l’avvocato Paolo Amenta, che assiste l’azienda privata – per un giudizio scontato perché dopo lo stop decretato in conferenza dei servizi, il Tar di Catania ha accolto il nostro primo ricorso disponendo la sospensiva e ammettendoci alla seconda fase, quella del progetto definitivo. Non solo, l’allora sindaco in carica, nella qualità di presidente della conferenza dei servizi, emise un provvedimento amministrativo che avallava l’ammissione della Port Royal alla fase di progettazione definitiva. Questo significa che all’udienza di fine mese interverrà l’istanza di cessata materia del contendere proprio perché la società ha già ottenuto quanto richiesto”. 

In itinere c’è il progetto di un terzo porto turistico dopo quello del Marina di Archimede (iniziato ma non completato), del Marina di Siracusa della Spero (ancora sulla carta). Rispetto agli altri due, però, quello della Port Royal si distingue dalla posizione perché sarà realizzato fuori dal bacino del porto grande, a ridosso del porto marmoreo con problemi importanti da risolvere legati all’esposizione ai venti, soprattutto quello di grecale, che provoca non pochi disagi alle imbarcazioni. 

Il progetto è stato presentato alla fine del 2008 e, vista la complessità dell’opera da realizzare, si è pensato di farlo attraverso la procedura imposta dal Dpr numero 509 del 2 dicembre 1997 che prevede l’esame preliminare del progetto da parte di una conferenza di servizi, convocata dal sindaco del Comune capoluogo. La complessità dell’infrastruttura consiste nel realizzare un braccio in aggiunta a quello esistente per costituire un riparo sicuro per le imbarcazioni ormeggiate che, altrimenti, sarebbero esposte alle forti mareggiate che, al contrario del porto grande, in quella zona sono molto frequenti. Nella prima conferenza dei servizi sono emersi i primi problemi e la richiesta di modificare il progetto originario. Da ciò è scaturito il ricorso al Tar che ha ammesso la società al progetto definitivo riconoscendole il danno grave e irreparabile. 

Con in mano un provvedimento del tribunale amministrativo l’azienda avrebbe potuto accelerare i tempi per la presentazione del progetto definitivo, frenato, invece, da una disposizione del governo regionale Crocetta che nel 2013 emise un decreto con cui disponeva l’aumento del 600% del canone di concessione demaniale marittima. Uno scoglio difficilissimo da superare atteso che per un porto turistico, la cui superficie da concedere è piuttosto estesa, i costi per di concessione cinquantennale sarebbero stati eccessivi se non improponibili. Il progetto di porto turistico, quindi, è finito nel congelatore fino a quando dalla Regione è arrivato il dietrofront. 

La Port Royal si dice pronta ad affrontare la prossima conferenza dei servizi e poi di sottoporre il progetto al Via-Vas. Soltanto al termine dell’iter approvativo si potrà aprire il cantiere per costruire un’opera dal costo preventivato superiore ai 30 milioni di euro e per la quale ci vorranno non meno di due anni di lavoro. 

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