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Priolo. Le criticità dell’Ias: Enzo Vinciullo a testa bassa attacca la cattiva gestione del depuratore consortile

È sotto la pressione della Commissione Bilancio della Regione Siciliana, la presidente dell’Ias, Maria Grazia Brandara che sarà giovedì a Palermo in audizione davanti alla commissione presieduta dal “cattivo” di turno, Enzo Vinciullo. L’invito è stato sollecitato dallo stesso Vinciullo; la Brandara dovrà rispondere a una serie di quesiti che già svolazzano da più di un anno sul cielo grigio dell’Ias di Priolo per fatti e circostanze che riguardano, oltre al futuro della società che gestisce il depuratore consortile di Priolo, anche di una serie di quesiti che a ventaglio spaziano sulle tematiche delle criticità presenti  sul buon funzionamento e la gestione dell’impianto, a quelli che sono i conti in rosso verso la Regione e le industrie consorziati ormai in disaccordo tra separati in casa.

Da qualche tempo ormai Vinciullo accusa pesantemente la società consortile Ias, partecipata a maggioranza dalla Regione siciliana attraverso l’Irsap, di agire “fuori dalle regole”. Il parlamentare siracusano ha più volte convocato il vertice dell’Ias in commissione per sapere quali siano le ragioni per le quali non si è adeguato alle direttive della Regione siciliana; per un motivo o per un altro, le audizioni sono state rinviate.

In merito alle criticità presenti nel depuratore consortile di Priolo, i dipendenti dell’Ias di Priolo hanno scioperato più volte compatti. Le maestranze hanno a suo tempo fatto la differenza nella vertenza insorta con la Regione Sicilia. “La preoccupazione maggiore – hanno proposto più volte i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – è per lo stato in cui versano gli impianti arrivati ormai al capolinea, insieme al mancato rinnovo definitivo della convenzione. Un tira e molla che ci ha chiuso in un vicolo cieco e dove i silenzi del Palazzo sono fortemente sospettosi. Una lotta dura e senza compromessi”, incalzano a raffica i rappresentanti dei lavoratori.

Ma sull’Ias oltre all’intervento deciso della Regione, insiste anche l’attenzione della procura della Repubblica di Siracusa per gli aspetti che riguardano la gestione della cosa pubblica e la condizione degli impianti collegati direttamente alla sicurezza nel petrolchimico e della salute umana. Un servizio di depurazione vitale per la zona industriale, l’ambiente circostante all’impianto è invece maltrattato. Un’aria pesante si respira al solo transitare attorno al depuratore a causa della puzza dei vapori velenosi che fuoriescono dagli impianti dell’Ias e che costringe molte volte, in base ai venti che spirano, i residenti di Priolo a respirare quei cattivi odori e a sbarrare porte e finestre. Ma l’aggravante insiste per gli addetti ai lavori che sono obbligati a respirare quell’aria malsana durante tutte le ore di lavoro. E non sono mancati da parte dei sindacati e dei lavoratori nel passato i riferimenti per i vari casi di malattie e di morti per cancro verso le dipendenti ritenute insolite e le tante manifestazioni di malessere per cittadini e maestranze a causa dei disturbi olfattivi. La causa si afferma da più parti è da ricercare nella mancata entrata in funzione dell’impianto di deodorizzazione e della copertura delle vasche di accumulo che creano quella puzza nauseabonda irresistibile e l’aria irrespirabile che soffoca. Ma fu ancor più forte e decisa la denuncia dell’’ex presidente dell’Ias, Sara Battiato, la quale dichiarava che “l’impianto di deodorizzazione non è mai entrato in funzione perché inadeguato”. L’accusa è pesante e rappresenta uno sperpero di denaro non indifferente a cui ora starebbe indagando anche la magistratura inquirente. Responsabilità diffuse e parecchi milioni di euro buttati dalla finestra; soldi pubblici sperperati per realizzare un apparato che non servirà a niente, “ferri vecchi da smantellare”. Impianto che nel mese di luglio del 2009 fu inaugurato con tanta enfasi, ma di rivoluzionario per l’abbattimento della puzza nauseabonda che colpisce la cittadinanza e i dipendenti, non c’era davvero niente, anzi la situazione è peggiorata e gli impianti di depurazioni hanno bisogno di una manutenzione per una quantità indefinita di milioni di euro che nessuno vuole uscire, oltre alla somma di circa due milioni e ottocento mila euro che l’Ias deve versare nelle casse della Regione Siciliana per il ritardato pagamento del canone della convenzione; soldi che il presidente della Commissione Bilancio Vinciullo reclama con minacce di adire per le vie legali su tutte le tematiche e i ritardi nella gestione del depuratore consortile.

“La società Industrie Acqua Siracusana – continua a ribadire ancora una volta Vinciullo – fino ad oggi si è rifiutata di produrre dei documenti importanti alla commissione bilancio, ritenendo di essere al di sopra e al di fuori delle leggi che governano la Regione Siciliana. Non ha ancora adeguato il numero dei componenti del suo consiglio di amministrazione alle norme volute dal Parlamento regionale. Il Cda continua a essere formato da 9 componenti, anziché i 3 previsti dalla legge voluta dall’Ars”. Nell’ascolto della presidente Brandara, previsto per il primo pomeriggio di giovedì, il vertice dell’Ias sarà invitato anche ad adeguare il tetto massimo dei compensi ai dirigenti.

Sulla polemica interviene a gamba tesa il sindaco del comune di Melilli, Pippo Cannata, che ha inviato all’Ias una lettera di sollecito per la convocazione dell’assemblea dei soci che dovrebbe dare seguito all’ingresso nel Cda dell’ex presidente dell’Asi, Turi Magro al posto di Sebastiano Sbona. “E’ vergognoso – dice il sindaco di Melilli Cannata – che siano passati due mesi dalla trasmissione delle volontà dell’amministrazione comunale e l’Ias non l’abbia ancora ratificata”. L’intenzione, secondo fonti degli ambienti industriali, del Cda sarebbe di trasmettere la manifestazione del comune melillese all’assemblea dei soci. Ma la nomina potrebbe arrivare dopo l’approvazione del bilancio 2016 che sancisce il termine ultimo dell’attuale consiglio d’amministrazione. “Mi auguro che la ratifica avvenga in fretta – dice ancora il sindaco Cannata – altrimenti mi vedo costretto a denunciare la questione. Mi chiedo, infatti, quali interessi vi siano a rimanere legati alla poltrona del cda dell’Ias”.

Intanto mercoledì prossimo si riunisce il consiglio d’amministrazione dell’Ias, appuntamento molto probabilmente propedeutico all’audizione del giorno successivo. “Ben venga la convocazione in commissione Bilancio del vertice dell’Ias – ha spiegato più volte Andrea Bottaro, segretario della Uiltec – fino ad oggi si parla soltanto in termini di presidenza e di posti nel Cda ma non si affronta la questione della fatiscenza degli impianti e del futuro occupazionale dei dipendenti. Ricordiamo che fra qualche mese scade la proroga e non si è fatto un solo passo in avanti rispetto ai problemi che rimangono sul tappeto e che sono di difficile soluzione. Quel che è importante, a nostro giudizio, è che si debba finire di considerare l’Ias come un carrozzone politico ma si valorizzi l’impianto produttivo”.

Concetto Alota

 

 

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