“Condannate Francesco Giarracca all’ergastolo”. Questa richiesta è echeggiata ieri mattina a conclusione della requisitoria del pubblico ministero Antonio Nicastro. Il pm ritiene l’imputato responsabile dell’uccisione di Giancarlo Tringali, l’imprenditore il cui cadavere è stato rinvenuto nella camera n. 105 dell’albergo di San Focà a Priolo in cui è stato trovato il corpo, ucciso nel sonno con un colpo di pistola alla nuca la notte tra il 24 e il 25 marzo 2012. Per il rappresentante della pubblica accusa non vi sarebbero dubbi sulle responsabilità del titolare del residence Sport priolese, sul quale si sono concentrate le attenzioni degli inquirenti e degli investigatori del commissariato di pubblica sicurezza di Priolo, già nelle ore successive alla scoperta dell’omicidio.
Il pm Nicastro ha poggiato la sua requisitoria con il fatto che i due imprenditori erano stati legati in passato da una solida amicizia, sfociata poi in una serie di affari economici vantaggiosi per entrambi. Tutto sarebbe andato avanti fino a quando Tringali avrebbe manifestato a Giarracca la volontà di uscire fuori dalla società. Secondo l’accusa, infatti, Giarracca sarebbe rimasto debitore nei confronti del Tringali della somma di quasi 300 mila euro, in cambio della cessione delle quote delle imprese Ecosplendor e Ekos srl.
L’enorme debito contratto dal Giarracca lo avrebbe costretto a sforzi economici sempre più impegnativi al fine di fronteggiare le pretese della vittima, la quale, avendo appreso che ilo socio aveva incassato da alcuni committenti grosse somme di denaro e che con queste aveva fatto fronte ad altri impegni tralasciando il debito con lui contratto, aveva portato all’incasso un assegno da 25 mila euro, che Giarracca gli aveva consegnato a garanzia del suo credito. Tale mossa aveva messo in grave difficoltà Giarracca il quale, era comunque riuscito a coprire quell’assegno. Il Pm ha riferito che altri assegni bancari, in possesso di Tringali, erano pronti per essere posti all’incasso e di ciò l’imputato si lamentava. Il Pm ha anche sottolineato come i contrasti tra Tringali e Giarracca avessero raggiunto l’apice già nel luglio 2011 quando Giarracca, esasperato, confidandosi con un ispettore di polizia in servizio presso il commissariato di Priolo Gargallo, affermò che l’unica soluzione che gli era rimasta era quella di sparargli un colpo in testa. A carico del Giarracca vi sarebbe poi la circostanza del trasporto della vettura del Tringali. Immagini tratte da alcune telecamere di videosorveglianza, fanno notare la coincidenza della presenza dell’auto di Giarracca nei pressi della stazione ferroviaria di Siracusa, dove poi fu trovata la Bmw della vittima. Adesso la parola passa alla parte civile e successivamente ai legali della difesa.
