Processo d’appello delitti Cassibile: chiesto l’ergastolo per Giuseppe Raeli
Si avvia verso la conclusione il processo d’appello presso il Tribunale di Catania per i delitti di Cassibile che dalla fine degli Anni Novanta hanno tenuto in allarme la gente della Frazione, spaccando in due la pubblica opinione tra innocentisti e colpevolisti; ma anche sull’esito del verdetto d’appello rimangono molti dubbi. L’ufficio del pubblico ministero ha completato la requisitoria al processo di secondo grado che si è svolto stamane a carico di Giuseppe Raeli. Il pensionato di settantacinque anni che è accusato di avere consumato sei omicidi e due tentati omicidi nella frazione agricola siracusana di Cassibile.
Il sostituto procuratore generale Angelo Busacca e il sostituto procuratore Antonio Nicastro, hanno ripercorso nei particolari tutta la serie dei fatti di sangue attribuiti all’imputato, chiedendo nei confronti di Giuseppe Raeli la conferma della condanna all’ergastolo, inflitta dai giudici di primo grado nel giugno 2014 dalla Corte d’assise di Siracusa. I due rappresentanti della pubblica accusa hanno ritenuto colpevole l’ex operatore di mezzi per il movimento terra cassibilese degli omicidi di Antonio Bruni avvenuto il 21 novembre 1998, di Rosario Timponello Rizza il 28 gennaio 1999, di Giuseppe Calvo il 9 ottobre 2012, del duplice omicidio dei coniugi Sebastiano Tiné e Giuseppa Spadaro il 31 luglio 2003, di Giuseppe Spada il 18 agosto 2004, oltre che dei tentati omicidi di Aurora Franzone il 12 febbraio 2004 e di Giuseppe Leone il 15 marzo 2009.
Ora la parola passa ai legali di parte civile enunciare la posizione dei loro assistiti in occasione della prossima udienza che è stata fissata per il sei di ottobre. Due le udienze che la Corte d’assise d’appello di Catania ha riservato al collegio dei difensori, gli avvocati Giambattista Rizza, Stefano Rametta e il professore Ziccone, che interverranno alle udienze del tredici e del quattordici ottobre. In quell’occasione la corte si ritirerà in camera di consiglio per emettere il verdetto.
Processo d’appello a carico di Giuseppe Raeli che è iniziato nell’estate dello scorso anno. Tutta l’impalcatura accusatoria gira attorno alla consulenza affidata dai magistrati ai tre periti nominati, che hanno eseguito accertamenti, esami balistici e approfondimenti tecnici su delle cartucce di fucile da caccia ritrovate sui luoghi di alcuni degli omicidi. Cartucce che dopo essere stati comparati con quelle che i carabinieri hanno rinvenuto nel garage dell’imputato, in occasione di una perquisizione eseguita nell’aprile del 2009, quando ancora c’erano solamente dei sospetti sul conto di Giuseppe Raeli, alimentati dopo il tentato omicidio ai danni di Giuseppe Leone, hanno indotto gli investigatori a vederci chiaro su tutto quanto ruotava attorno al mondo di Giuseppe Raeli iniziando un’attività d’indagine complessa e delicata poiché tutto si reggeva, allora come ora, sulle risultanze della perizia balistica su delle cartucce.
Il collegio difensivo dell’imputato ha da sempre contestato la condizione della perizia basato a loro dire su labili motivi che furono oggetto di approfondimento e di confronto con il consulente tecnico della difesa, che ha fortemente confutato e controbattendo la conclusione cui erano giunti i tre super periti. Proprio in virtù di ciò, i legali di Giuseppe Raeli avevano anche chiesto l’esecuzione di una nuova perizia tecnica balistica, ma la Corte ha negato la richiesta ritenendola inutile.
Concetto Alota