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Processo schede elettorali, la difesa: “Non sono mai sparite”

“Le schede elettorali non sono mai sparite ma si trovavano negli archivi dei tribunali di Avola e di Siracusa”. La difesa di Cosimo Russo, l’operatore giudiziario finito sotto processo perché ritenuto il responsabile della sparizione delle schede in occasione delle elezioni regionali dell’ottobre del 2012, ha ribattuto punto su punto alle accuse mosse dal pm Andrea Palmieri. Nella precedente udienza il rappresentante della pubblica accusa aveva sollecitato al tribunale la condanna dell’imputato alla pena di un anno e due mesi di reclusione, ritenendolo responsabile di avere «in tutto o in parte distruggeva, sopprimeva o occultava atti e documenti pubblici facenti parte del compendio inerente alle elezioni per il rinnovo dell’assemblea regionale, custoditi presso la cancelleria del tribunale di Siracusa». 

L’avvocato Antonio Lo Iacono ha, innanzitutto, contestato la costituzione di parte civile di tre ex parlamentari regionali. In particolare ha chiesto di escludere l’ex deputato Pippo Gennuso, che dalla presunta sparizione delle schede ha ottenuto il vantaggio della ripetizione parziale delle elezioni ottenendo il seggio all’Ars; l’ex deputato Enzo Vinciullo e l’ex assessore regionale Bruno Marziano, perché non hanno subito alcun danno da quella nuova mini tornata elettorale. Per il legale della difesa, quindi, non avrebbero alcun diritto a eventuale risarcimento, alla stessa stregua di Midolo, al contrario dell’ex deputato Pippo Gianni, che proprio a causa della ripetizione delle elezioni ha perso il seggio in favore di Gennuso, e l’assessorato regionale agli Enti Locali, “gli unici ad avere dimostrato di avere subito un danno”. 

L’avvocato Lo Iacono ha, quindi, ribadito che, anche nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è stato acclarato che le schede in questione non siano mai state né distrutte né sparite ma che si trovavano negli archivi dei due palazzi di giustizia. L’operatore giudiziario avrebbe cestinato, invece, i verbali riepilogativi che a poco o nulla sarebbero serviti ai fini del riconteggio dei voti nelle nove sezioni tra Pachino e Rosolini, in cui il Cga ha disposto la ripetizione del voto. Ha concluso il suo intervento chiedendo l’assoluzione per il suo assistito.

Si torna in aula alla metà di dicembre per la formale replica, annunciata dal pubblico ministero Palmieri, e per la camera di consiglio. 

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