Il procuratore Fabio Scavone rispolvera le inchieste su abusivismo e speculazione edilizia
È stato il procuratore aggiunto della Repubblica Fabio Scavone a rispolverare i mille fascicoli dell’abusivismo edilizio in tutto il territorio siracusano. Subito dopo il suo arrivo alla procura di Siracusa, il magistrato, richiamandosi ai vari accordi di programma tra le procure della Repubblica e i comune, elencando nelle lettere inviate ai sindaci i criteri di priorità nella massima semplificazione e le condizioni meno onerose, mette in moto un programma di concertazione di azioni e interventi al fine di debellare il fenomeno e coinvolgendo tutti i ventuno comuni del siracusano, già nell’ottobre del 2015; ma sette su ventuno non hanno mai risposto.
Nel capoluogo la maggior parte degli immobili sono individuati nelle zone balneari della Fanusa, Fontane Bianche, Arenella e Ognina, mentre in città la parte più copiosa si registra nella zona della Pizzzuta, villaggio Miano, Carancino, Tremilia e in quasi tutte le periferie della città. Ma sono tante anche le procedure passate in giudicato che, dopo la verifica di accesso a sanatorie e condoni, rimangono in lista per la demolizione. Solo a Siracusa sono 154 le strutture abusive scoperte in procinto di essere abbattute; ma secondo gli uffici competenti i dati non sono aggiornati. Centinaia d’immobili abusivi sono ancora fantasma per le istituzioni. Almeno cinquemila in tutto il territorio della provincia di Siracusa. Nella maggior parte dei casi, le case fantasma si trovano in zone agricole, dove nessuno ha denunciato il reato, ma anche alla vista di tutti i giorni, per la mancanza di un progetto condiviso tra le istituzioni dello Stato; edifici che sono regolarmente registrati al Catasto, dove i proprietari pagano addirittura le tasse di riferimento Irpef e dintorni, ma fantasma presso gli uffici tecnici dei comuni interessati e senza la licenza del settore urbanistica, e non pagano quindi le tasse comunali, con un doppio danno.
Il dato dei fabbricati identificati si fa più rilevante se si considera l’intero territorio provinciale, dove sono in tutto solo 684 i manufatti abusivi scoperti e che dal 1992 pendono procedure di esecuzione alla demolizione che non si riesce a mettere in pratica. Grave. Siracusa è il settimo comune in Italia ad avere stipulato l’accordo di programma con la Procura, secondo in Sicilia, dopo quello di Catania. Per la Procura della Repubblica di Siracusa i dati non sono per nulla soddisfacenti.
Fabio Scavone, è indicato dalla quinta commissione incarichi direttivi del Consiglio Superiore della Magistratura quale nuovo procuratore aggiunto presso il Tribunale di Siracusa. La nomina è avvenuta su un novero di una quindicina di magistrati, candidati al posto lasciato libero dal dottor Claudio Corselli, il quale ha ottenuto il trasferimento a Palermo al posto di Procuratore Aggiunto, dopo avere vinto il ricorso sul magistrato Antonio Ingroia, che nel frattempo si è dedicato alla politica.
Fabio Scavone, cinquantatré anni, nato a Catania il 19 agosto 1961, in precedenza in servizio presso la Procura della Repubblica di Enna, dove prima ancora era procuratore capo presso la Procura della Repubblica di Nicosia. Poi, a causa dell’accorpamento degli uffici giudiziari, Fabio Scavone è rimasto senza sede e quindi magistrato perdente posto. La sua carriera. Fabio Scavone, nominato uditore giudiziario nel 1989, fu stato assegnato alla Procura di Modica.
Il 18 dicembre 1992 è stato trasferito alla Procura presso la Pretura Circondariale di Catania, dove ha svolto le funzioni di sostituto. Trasferito a domanda nel novembre 1995 presso la Procura Distrettuale antimafia di Catania, ha ottenuto in quella sede la delega inizialmente ai reati contro la Pubblica amministrazione e fallimentari. Ha messo la firma a numerose operazioni antimafia che riguardavano la provincia di Ragusa.
Il 13 settembre 2010, all’età di quarantanove anni, si è insediato quale Procuratore presso il Tribunale di Nicosia, dove è rimasto procuratore fino allo scorso anno quando quella Procura è rientrata tra quelle che bisognava sopprimere.
Un magistrato che crede nel suo lavoro. Un carattere deciso di chi svolge seriamente questo difficile incarico.
A Siracusa risolve il caso di Eligia Ardita. Il marito Christian Leonardi per otto mesi ha negato ogni coinvolgimento nella morte della giovane moglie; un’infermiera di 38 anni all’ottavo mesi di gravidanza, poi un sabato pomeriggio il crollo, tra le lacrime, di Christian Leonardi davanti al magistrato, Fabio Scavone. A raccontare i retroscena di quel drammatico faccia a faccia è lo stesso procuratore aggiunto Fabio Scavone, che coordina l’inchiesta sulla morte della donna da appena tre settimane. In venti giorni il Pm Scavone ha scandagliato minuziosamente l’inchiesta aperta dopo la morte dell’infermiera. “E’ stata un’indagine minuziosa, attenta, non abbiamo tralasciato nulla al caso, nessun particolare”, dichiara Scavone a bocce ferme su quel duplice omicidio che sconvolge la cittadinanza.
Concetto Alota