L'Opinione

Quando viene oltrepassato il limite

QCiò che è accaduto alcune settimane fa negli Stati Uniti d’America non va banalmente etichettato come una disordinata forma di protesta, un delirio collettivo tra facinorosi, un golpe cialtronesco. Dietro l’assalto all’United States Congress (Congresso degli Stati Uniti) e, dunque, l’irruzione al Campidoglio di alcuni irriducibili adepti istigati da Donald J. Trump si cela molto di più. Sono racchiuse la demagogia populista, la tracotanza sovranista e la scellerata presunzione che negli ultimi anni si sono instillate – giorno dopo giorno – negli anfratti delle menti più labili.

La violenza diviene lo strumento ultimo cui aggrapparsi, nel nome degli eterni complotti nonché dei brogli elettorali mai esistiti. Il paradossale intento di ripristinare le regole del gioco venendo meno a quest’ultime. Il folle tentativo di sovvertire anarchicamente i principi basilari di una democrazia moderna con il ripudio della tolleranza e il perseguimento della supremazia d’imperio. Suscitano non poche perplessità le disarmanti falle nei sistemi di sicurezza in quei momenti, ma Washington rimane comunque la capitale della super-potenza più influente al mondo: la solidità delle sue istituzioni non è, fortunatamente, argomento di discussione.

Il futuro 46º Presidente degli USA, Joe Biden, dovrà fare i conti con un Paese profondamente dilaniato, polarizzato e stremato dal «divide et impera» improntato dal “tycoon”. Ed ecco che riavvicinare i cuori degli americani è già diventato un obiettivo cardine per la nuova Amministrazione che verrà.

Emanuele Grillo

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