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Quel traccheggio dei poteri forti per cacciare Garozzo dal “Tempio”

Un piano per tentare con la forza di cacciare dal Vermexio Giancarlo Garozzo, la sua giunta, insieme a tutto il consiglio comunale. In un modo poco ortodosso, politico o giudiziario, poco importa. E se per qualcuno la speranza è riposta nei risvolti contenuti nei fascicoli delle inchieste giudiziarie, diventa un sogno impossibile. Mancano i presupposti di base. Aver toccato alcuni poteri forti, anche senza volerlo, solo per induzione negli intrallazzi nascosti nella politica regionale, ha scatenato reazioni violente. Una volta iniziata la guerra, il caso non è stato per niente isolato. In tanti gruppetti sparsi si sono fiondati nella lotta per disarcionare il governo della città, nella speranza di pescare nel torbido per essere eletti sindaco, consigliere comunali e assessore, così come tanti imprenditori che sperano di far parte dei prossimi commensali al Vermezio. Non ci sono dubbi della presenza di registi e attori guidati dal telecomando degli interessi diffusi e poco trasparenti, e non si teme di passare il segno con una lettura chiara della situazione politica affidata ai traccheggi per gli affari, dove forse nessuno potrà mettere mai le mani.

Un tentativo di golpe che spiega come si passerebbe da un blocco amministrativo all’ipotesi di rilancio delle opere pubbliche necessarie per rimettere l’economia in moto. Ipotesi che traccia come non si vuole arrivare alla fine del mandato popolare e che, tecnicamente, non si può percorrere la strada dell’immobilismo, mentre gli interessi di alcuni poteri forti rimangano fermi al palo. Ma chi porterebbe avanti questo disegno eversivo?
Basti notare la singolare tempistica degli attacchi e le curve della scrittura usata nei comunicati stampa e negli articoli dettati alla stampa amica, per capire che si tratta di un progetto ben pianificato, mentre alcuni attori sono ignari dell’inganno. Ma Garozzo, inutile nasconderlo, ha commesso degli errori tattici, quando ha puntato il dito contro la magistratura inquirente, o tirato dal sacco magico, frettolosamente, la storia della mafia che ha inquinato la politica, a sua volta sotto l’attacco di altri poteri, in un gioco che appare sopra le riga e che rischia di riportare indietro il tempo.

Nelle continue dichiarazioni critiche della politica non è difficile ravvisare un intento destabilizzante. Gli unici a chiedere, in realtà, di staccare la spina al civico consesso sono stati Massimo Milazzo e Fabio Rodante, e a ben vedere e sentire saranno gli unici, mentre il resto appare palesemente strumentale. Ma qui entriamo in un’altra categoria di personaggi, come quelli che dicono che si dimetteranno o di chi non accetterà lo scranno al Vermexio in sostituzione di Milazzo e Rodante. Bugie. C’è chi ha giocato a far saltare tutto stimolando non la politica ma interventi dall’esterno. La tempesta ora pare quietata. Si apre il sipario del trono per godere del bersaglio colpito senza alcuna spesa. È vero ma ciò non toglie che i conti non tornano. Si poteva fare di più. Molte norme di riforma si sono arenate su tecnicismi come l’improponibilità o l’inammissibilità che nascondono solo una volontà conservatrice. Nella lotta in atto, sempre più spesso si appoggia il confronto con il passato, con fatti personali che non c’entrano niente con la politica. È questo è davvero vergognoso.

Stiamo mettendo, di fatto, le toppe alle falle aperte dalle passate amministrazioni. Questa è la pura verità. E chi si oppone, difende le logiche che hanno portato a operazioni, come quella della costruzione del nuovo ospedale e altre opere pubbliche fermi al palo e scritte solo sulla carta. Spetterà, secondo i desiderata dei “golpisti”, alla prossima amministrazione riprendere l’iter per appalti e servizi in concessioni. Niente è lasciato al caso. Tutto ciò è stato programmato e ostacolato dai poteri forti. Ma chi sono? Scusate ma niente nomi. E questa storia non è nuova a Siracusa. Quando uno o più di uno, si oppone al piano di ottimizzazione del territorio, con progetti capaci di ridare linfa all’economia del territorio, alla sistemazione una volta per tutte della gestione definitiva dei servizi idrico integrato, serio e duraturo e a controllo pubblico, senza ricorrere per forza a trucchetti di sensali, allora sarà l’alba, senza subire i condizionamenti e i ricatti, come per il passato, quando la politica è stata sensibile a interessi di altri grandi gruppi, appunto i poteri forti locali, o universali a secondo delle grandezze “fisiche”.

Non faccio nomi perché non voglio favorire o danneggiare nessuno. Diciamo semplicemente che nella corsa in atto ci sono più candidati a sindaco, assessori e consiglieri, che posti disponibili. Ma bisogna tenere presente alcune cose, come nel fenomeno del “grillismo”, da non sottovalutare, e delle alleanze politiche già sancite. E sarà proprio il voto di protesta che farà la differenza in una nuova consultazione in queste condizioni. Forse conviene approfittare del polverone in atto e attuare un rimpasto per far contenti tutti e ritornare alla calma, almeno nella politica all’interno del Pd siracusano e di riflesso nella parte dura dell’opposizione che non vuole dimettersi al buio. Ma c’è davvero la volontà di trovare una soluzione alla questione, oppure si vuole a tutti i costi andare a sbattere contro un muro più duro di quello che si trova ora di fronte la giunta Garozzo in nome del sigillo dell’orgoglio umano?

Concetto Alota

 

 

Un pensiero su “Quel traccheggio dei poteri forti per cacciare Garozzo dal “Tempio”

  • Paolo Gallo

    E’ mai possibile che in una Città dalle potenzialità incredibili non ci siano soggetti di adeguato livello e dotati del coraggio di spendersi per cambiare, una volta per tutte, le cose?! Molti invidiano Siracusa per ciò che ha e che costituisce una base di partenza ideale per cimentarsi su un percorso “pianeggiante” che può condurre a tutte le tipologie di sviluppo. Abbiamo qualcosa da invidiare a Barcelona? Penso proprio di no!

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