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Relazione Dia II semestre 2020: gli interessi dell’economia criminale nel perdurare dell’emergenza sanitaria

Ultimo aggiornamento – Mercoledì 22 Settembre 2021

Metamorfosi delle organizzazioni malavitose pronte a sfruttare le difficoltà finanziarie di imprese e cittadini

Il perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha accentuato le conseguenze negative sul sistema sociale ed economico italiano originate dalle misure resesi necessarie per contenere l’espandersi del contagio. E’ il dato di fondo che emerge dalla Relazione semestrale al Parlamento sull’attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) relativa al II semestre 2020. Di tale situazione, che vede in difficoltà finanziaria imprese e cittadini, potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose, per altro sempre più orientate verso una sorta di metamorfosi evolutiva, con mire e interessi nel sistema imprenditoriale. Con la Covid economy, inoltre, le mafie che ora potrebbero rivolgere le proprie attenzioni operative verso i fondi comunitari che giungeranno a breve grazie alle iniziative del governo per assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle restrizioni connesse all’emergenza sanitaria.

Inoltre, i sodalizi mafiosi – si legge ancora nella relazione – potrebbero utilizzare le ingenti risorse liquide illecitamente acquisite per aiutare privati e aziende in difficoltà al fine di rilevare o asservire le imprese in crisi. Una strategia mafiosa che si rivelerebbe utile anche per il riciclaggio e per l’infiltrazione nei pubblici appalti.

Proprio per contrastare le contaminazioni mafiose nel sistema economico e sociale, l’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso – istituito nel mese di aprile 2020 e guidato dal direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi – ha continuato ad esaminare attentamente il fenomeno.

Il documento presentato oggi, quindi, è orientato all’analisi e interpretazione delle possibili strategie d’azione e linee di tendenza evolutive, soprattutto sul piano imprenditoriale nel medio-lungo periodo, delle organizzazioni mafiose che non conoscono confini di settore e geografici.

La relazione, attraverso lo studio dei macro fenomeni criminali, analizza i principali gruppi malavitosi. La ‘ndrangheta si conferma come un’organizzazione unitaria, territoriale e saldamente strutturata su vincoli di parentela ed esprime un sempre più elevato livello di infiltrazione nel mondo politico-istituzionale, ricavandone indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche. In Sicilia coesistono organizzazioni criminali eterogenee che seguono dinamiche diversificate sia pure con la storica preminenza di cosa nostra. La camorra si conferma quel macro-fenomeno criminale connotato da un potere mafioso espresso da alcune grandi e consolidate organizzazioni tra loro autonome. Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento.

Un focus è dedicato alle organizzazioni criminali straniere in Italia con sodalizi attivi nel narcotraffico, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro irregolare. Tra i clan più strutturati, quelli nigeriani, albanesi e cinesi.

Il documento contiene, inoltre, analisi e approfondimenti su: appalti pubblici (con le attività svolte dalla Dia in tale settore strategico per l’economia nazionale); criminalità organizzata italiana all’estero e relazioni internazionali; attività di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio; sodalizi mafiosi nei settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting), con circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione.

Attività Dia. Alcuni dati nel dettaglio

L’aggressione ai patrimoni illecitamente conseguiti dalle organizzazioni criminali ha visto la Dia protagonista in attività preventive sia su propria iniziativa, sia a seguito di delega dell’Autorità giudiziaria competente. Sono stati sequestrati beni alla ‘ndrangheta per un valore di 52.949.419 euro, a Cosa nostra per un valore di 165.652.138 euro, alla camorra per un valore di 10.000.000 euro, alla criminalità pugliese e lucana per un valore di 300.000 euro, ad altre organizzazioni criminali italiane e straniere per un valore di 58.539.492 euro. Nel complesso, sono stati, inoltre, confiscati beni alle organizzazioni criminali per un valore di 181.134.492

Ispezionati 26 cantieri in seno ai quali si è proceduto al controllo di 545 persone fisiche, 138 imprese e 353 mezzi.
Eseguite 6.394 richieste di accertamenti antimafia a carico di 32.956 imprese e di 7.863 persone fisiche ad esse collegate.
Sono stati 364 i provvedimenti interdittivi emessi dagli Uffici territoriali del Governo e comunicati all’Osservatorio centrale appalti pubblici della Dia.

PROVINCIA DI SIRACUSA

Nella Provincia di Siracusa In provincia di Siracusa il panorama delle organizzazioni criminali non mostra sostanziali mutamenti delle strutture, degli assetti e delle aree di incidenza. Nonostante le indagini condotte nel tempo abbiano consentito di trarre in arresto esponenti di primo piano dei gruppi criminali, l’operatività delle consorterie non può dirsi sopita. Tangibili appaiono le influenze di cosa nostra catanese. Il territorio risulta caratterizzato dalla presenza di due macro gruppi di riferimento che spendono la loro influenza in ambiti geografici ben definiti. Nel quadrante nord di Siracusa risulta presente il gruppo SANTA PANAGIA che costituisce una frangia cittadina della ramificata compagine NARDO-APARO-TRIGILA collegata alla famiglia SANTAPAOLA ERCOLANO di cosa nostra catanese. Nel contesto urbano figura anche il sodalizio dei BOTTARO-ATTANASIO legato al clan CAPPELLO di Catania e molto attivo nelle estorsioni e nello spaccio di droghe che risulta essere la principale fonte di guadagno per tutte le consorterie. In effetti, gli esponenti di vertice dei citati clan seguirebbero una logica di spartizione territoriale per gestire in autonome piazze di spaccio stupefacenti forniti prevalentemente dai sodalizi mafiosi etnei. Lo scenario delineato è confermato dall’indagine “Demetra” conclusa il 2 settembre 2020 che ha evidenziato l’operatività nella città di Siracusa di due organizzazioni criminali dedite allo spaccio entrambe con autonomia strutturale e operativa nella gestione delle zone di competenza. L’indagine ha consentito di individuare il vertice di uno dei gruppi criminali in Si segnala che un esponente di vertice del sodalizio dei BOTTARO ATTANASIO è ristretto in regime di 41 bis O.P., così come vari affiliati alle famiglie dei NARDO-APARO TRIGILA. Anche se in gran parte detenuti, si avvalgono del consolidato prestigio criminale e di un nutrito gruppo di sodali. A Siracusa la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno eseguito l’OCC 15253/17 RGNR e 9774/2018 RG GIP del Tribunale di Catania nei confronti di 27 soggetti, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di cocaina, marijuana e hashish, nonché di taluni episodi estorsivi posti in essere nei confronti di commercianti ambulanti locali. RELAZIONE del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO 2020 2° semestre. Criminalità organizzata siciliana un elemento vicino al clan BOTTARO-ATTANASIO. Sempre in tema di spaccio, di rilievo è anche l’indagine “Varenne” conclusa il 16 settembre 2020 e da cui è emerso che l’approvvigionamento di hashish, marijuana e cocaina da destinare alle principali piazze del capoluogo aretuseo avveniva attraverso organizzazioni palermitane e calabresi, queste ultime sollecitate dalla mediazione dei catanesi. Significativa è anche la quantità di armi e materie esplodenti sequestrati in area. Il settentrione della provincia (in particolare gli abitati di Lentini, Carlentini e Augusta) risulta ancora sotto l’influenza della famiglia NARDO che nel semestre non è stata interessata da attività investigative. La zona sud riferita ai centri di Noto, Pachino, Avola, Rosolini e altri appare da tempo sotto il controllo del clan TRIGILA che nel semestre è stato colpito da un provvedimento ablativo eseguito a carico di un suo esponente di primo piano. Nel territorio della frazione Cassibile, a sud della città di Siracusa, risulta attivo il sodalizio dei LINGUANTI articolazione dei TRIGILA, mentre i territori di Pachino e Portopalo di Capo Passero vedrebbero l’egemonia del clan GIULIANO del quale sono stati accertati, in passate Le investigazioni hanno fatto emergere anche una singolare “campagna pubblicitaria” condotta sui principali social network con la realizzazione di veri e propri spot di invito all’acquisto presso la piazza di spaccio. Come si evince dagli atti della citata operazione “Demetra” si trattava di “…Una forma di outing della stessa associazione, laddove la protervia e la sicurezza di sé, mischiate alla cecità di quel che anche lontanamente può apparire la vita “legale”, ha fatto sì che gli stessi indagati si pubblicizzino come una qualsiasi azienda. Nello spot, diffuso nel web, viene appunto pubblicizzata la piazza di spaccio …. Nel video sono finanche raffigurati i luoghi di spaccio nonché immagini ritraenti alcuni degli indagati…”. Sono state evidenziate anche estorsioni ai danni di venditori ambulanti, praticate “… fondando la richiesta sulla necessità di provvedere alle esigenze economiche dei detenuti in carcere e dei loro familiari, sul presupposto abnorme che, a causa della presenza degli ambulanti, il gruppo è stato costretto a interrompere, ogni mercoledì mattina, l’attività di spaccio sull’area in questione. Il denaro richiesto ai commercianti avrebbe compensato il mancato introito causato dalla temporanea sospensione della vendita di stupefacente…”.

A Siracusa, Catania e Palermo, i Carabinieri hanno eseguito l’OCC 5938/18 RGNR e 2306/19 RG GIP, emessa dal GIP del Tribunale di Siracusa nei confronti di 11 persone, a vario titolo ritenute responsabili di spaccio di hashish, marijuana e cocaina. Il 16 settembre 2020, a Lentini (SR), la Polizia di Stato ha arrestato un soggetto in possesso di gr. 280 di cocaina, 8.400 euro in banconote di vario taglio e di una pistola cal. 38 con matricola abrasa e relativo munizionamento. Durante la perquisizione veniva rinvenuto un “pizzino” elencante diverse armi, anche da guerra, 2 carte d’identità provento di furto perpetrato nel Comune di Lentini nel 2019 e 50 bossoli di un AK 47 Kalashnikov. Il 17 settembre 2020, nel prosieguo delle attività correlate all’arresto del predetto soggetto, la Polizia di Stato ha rinvenuto ulteriori 5 pistole semiautomatiche, 2 revolver, 1 pistola mitragliatrice e ingente munizionamento. L’8 ottobre 2020, sempre a Lentini, la Polizia di Stato ha poi operato l’arresto di un pregiudicato colto in flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A seguito di perquisizione locale si rinvenivano inoltre una pistola artigianale, numerose munizioni di vario calibro e 60 cariche di esplosivo detonante. 228 Il 14 dicembre 2020 a Noto (SR), la Polizia di Stato ha eseguito il Dec. Seq. 33 Reg. Seq. e 113/2020 RSS, emesso dal Tribunale di Catania sui beni riconducibili a un soggetto affiliato al clan TRIGILA, per un valore complessivo stimato in circa 500 mila euro. RELAZIONE del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO attività d’indagine, radicati legami con i CAPPELLO di Catania230. La zona pedemontana della provincia ove ricadono i comuni di Floridia, Solarino e Sortino, risente dell’influenza criminale della famiglia APARO. Recenti indagini hanno disvelato la rinnovata operatività di tale sodalizio, grazie ad alcuni affiliati storici tornati in libertà e attivi sul territorio di riferimento nei settori delle estorsioni, dell’usura e degli stupefacenti. Come emerge anche da alcune dichiarazioni rese dal Questore di Siracusa, Gabriella IOPPOLO “… Gli ingenti proventi delle attività delittuose vengono reimpiegati nelle attività criminali del sodalizio e consentono agli affiliati di elargire prontamente a tasso usurario ingenti somme di denaro, nonché di acquistare importanti partite di droga”. A tal proposito il 27 luglio 2020 l’indagine “San Paolo” ha consentito di disarticolare un’organizzazione riconducibile agli APARO dedita alle estorsioni e all’usura. I proventi di tali illeciti venivano in parte investiti nell’acquisto di sostanze stupefacenti fornite da affiliati alla famiglia SANTAPAOLA-ERCOLANO e successivamente immesse nelle piazze di spaccio di Solarino e Floridia. Come evidenziato ancora dal suddetto Questore “…i contatti tra i gruppi siracusani e i sodalizi mafiosi etnei appaiono finalizzati prevalentemente al settore del narcotraffico e vedono nella quasi totalità dei casi i siracusani nelle vesti di acquirenti all’ingrosso della droga che viene immessa sul mercato locale tramite le citate piazze di spaccio”. L’operazione ha inoltre svelato la perdurante capacità di un elemento di vertice degli APARO di influenzare benché recluso l’operatività criminale del gruppo “…dal momento in cui è stato revocato il regime di cui all’art. 41 bis” veicolando “all’esterno, in particolare mediante lettere indirizzate al figlio, le direttive per gli appartenenti e formalizzava l’incarico di responsabile del clan …”. Nel semestre la compagine mafiosa è stata interessata anche da un sequestro di beni nei confronti di un soggetto considerato il reggente dell’organizzazione, anch’esso individuato grazie alle investigazioni condotte nell’ambito della stessa operazione “San Paolo”. Da ultimo appare opportuno evidenziare che, come sottolineato dal Procuratore Distrettuale. Si tratta dell’operazione “Araba fenice” del luglio 2018, descritta nelle precedenti Relazioni. Da segnalare nel semestre l’arresto di 3 affiliati al clan GIULIANO per eventi collegati a pregresse investigazioni. Il 23 dicembre 2020, la Polizia di Stato ha eseguito l’arresto di 2 fratelli in esecuzione di un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Catania, dovendo gli stessi espiare un residuo pena per i reati di minaccia e violenza a P.U., danneggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di un ordigno esplosivo, reati aggravati dalle modalità mafiose e dalla finalità di agevolare il clan GIULIANO. In pari data la Polizia di Stato ha eseguito un’OCC emessa dal Tribunale di Catania nei confronti di un altro appartenente alla predetta organizzazione, ritenuto responsabile dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento seguito da incendio e furto, aggravati dalle modalità mafiose e dalla finalità dell’agevolazione mafiosa. Come da dichiarazioni informalmente assunte. A Siracusa (SR), Floridia (SR), Roma, Milano e Terni, i Carabinieri hanno eseguito l’OCC 11916 RGNR e 7737/18 RG GIP del Tribunale di Catania nei confronti di 24 soggetti, a vario titolo ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio, esercizio abusivo di attività finanziaria, usura, tentata estorsione e rapina. Come da dichiarazioni informalmente assunte. 234 Stralcio del provvedimento della citata operazione “San Paolo”. 235 Il 17 novembre 2020, a Solarino (SR), la Guardia di finanza ha eseguito il Dec. Seq. 149/2012 RSS e 29/2020 RD del Tribunale di Catania – Sez. Misure di Prevenzione, per un valore di beni pari a circa 300 mila euro. Così come da indicazioni informalmente assunte. 2020 2° semestre 3. Criminalità organizzata siciliana 111 Antimafia di Catania, Carmelo ZUCCARO, sebbene il fenomeno degli sbarchi di migranti provenienti prevalentemente dalle coste libiche e dalla Turchia sia notevolmente diminuito “si registra tuttavia – in controtendenza – un incremento degli sbarchi di siriani e iracheni che raggiungono l’Europa a bordo di velieri”. Nel senso rileva l’operazione “Mondi connessi”, che il 2 dicembre 2020 ha consentito di disarticolare un sodalizio composto da iracheni non stanziali e italiani che, in concorso con cittadini pugliesi, agevolavano l’immigrazione clandestina di connazionali. Il network criminale, costituito da gruppi indipendenti tra loro ma facenti capo a un’unica centrale estera, favoriva dietro compenso lo sbarco di migranti in Italia e il successivo “smistamento” verso altri Paesi europei. Giunti sul territorio nazionale gli stranieri venivano accolti in abitazioni private e dotati della documentazione utile per richiedere il permesso di soggiorno. In conclusione si ritiene che possa proseguire l’espansione sul territorio dell’influenza dei sodalizi mafiosi delle province limitrofe, in particolare da parte di cosa nostra catanese e soprattutto nell’area di Pachino e Portopalo di Capo Passero. Inoltre è ipotizzabile il tentativo delle consorterie di accrescere l’infiltrazione del tessuto economico-produttivo dell’area, cogliendo l’occasione di approfittare della crisi di liquidità di molti imprenditori originata dalle misure di contenimento rese necessarie dalla pandemia.

A cura di Concetto Alota

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