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Riccardo Gennuso si autospende dalla commissione Antimafia: “Chiarirò tutto”

Riccardo Gennuso fa un passo indietro, autosospendendosi dalla carica di vice presidente vicario della commissione Antimafia dell’Ars. Lo fa due giorni dopo avere ricevuto la nomina e a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal deputato regionale Ismaele La Vardera a proposito di un un procedimento penale per estorsione a carico di Gennuso. “E’ bene sapere – dice Riccardo Gennuso – che il processo cui si fa riferimento pende davanti al tribunale di Palermo e trae spunto da una denuncia penale sporta da parte di due ex dipendenti di un’azienda per la gestione di una sala Bingo a Palermo, che lamentavano illegittime costrizioni tendenti a far loro sottoscrivere una transazione giudicata poco favorevole per spettanze pregresse. Il mio coinvolgimento avviene in ragione del successivo acquisto delle quote societarie. L’obbligo del pagamento delle somme reclamate dai denuncianti gravava direttamente a carico della precedente gestione, tant’è che l’amministratore è anch’egli imputato. La stessa denuncia penale è tardiva rispetto alla data di effettivo accadimento dei fatti. I due mi denunciano, infatti, dieci giorni dopo l’arresto di Cosimo Vernengo (per quei fatti condannato a nove anni) e dodici mesi dopo l’inizio del presunto fatto. Tra i denuncianti pure una donna che, al tempo, era legata a un boss palermitano. Non mi sarei mai sognato di andare a Palermo e fare un’estorsione a chicchessia, figurarsi a una persona fidata di un capomafia”. 

“E’ un colpo di bassa strategia politica quello del mio caro amico Ismaele – aggiunge il parlamentare rosolinese – che essendo a conoscenza della mia vicenda giudiziaria, anziché sostenermi nella lotta alla vera mafia, mi chiede di fare un passo indietro, esponendomi di conseguenza come bersaglio sensibile, per il sottoscritto, ma anche per la mia famiglia”. 

“Sono pronto – conclude Gennuso – già da oggi a presentarmi davanti al pubblico ministero di Palermo per rendere dichiarazioni spontanee, nell’ambito del processo che si sta celebrando da cinque anni. Sono sereno e consapevole di non avere commesso alcun reato e che il processo che sto subendo ha avuto origine da un evidente animus ritorsivo”. 

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