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Rimborsi sisma 90, Zappulla: “Somme stanziate insufficienti”

Con un emendamento approvato nella legge finanziaria del 2015 a firma dei parlamentari Pippo Zappulla e Berretta e decine di sentenze, ultima recentissima della Cassazione viene riconosciuto il diritto al rimborso per i tributi sospesi dal sisma 90 anche ai lavoratori dipendenti.

Ma proprio quando si trattava solo di sapere con quali tempi e modalità il Mef e l’Agenzia delle Entrate  intendono procedere al rimborso ecco il blitz del Governo. Viene presentato e approvato al Senato, e ieri alla Camera,  un provvedimento  con cui nel ribadire positivamente il diritto al rimborso anche per i lavoratori dipendenti al contempo però  di fatto si riduce del 50%  quanto dovuto il rimborso agli aventi diritto.

L’articolo 16-octies testualmente recita “ …..in relazione alle istanze di rimborso presentate, qualora l’ammontare delle stesse ecceda le complessive risorse stanziate  i rimborsi sono effettuati applicando la riduzione percentuale del 50% sulle somme dovute”…..e poi continua  “ a seguito dell’esaurimento delle risorse stanziate  non si procede all’effettuazione di ulteriori risorse”.

“E’ del tutto evidente .- commenta Zappulla del Mds – che i 90 milioni (non si capisce se il Governo intende stanziarne altri)  allo stato previsti nel capitolo di bilancio sono assolutamente insufficienti al soddisfacimento del rimborso ed è altrettanto  chiaro che in modo furbo, scorretto e surrettizio si sta procedendo ad una riduzione generalizzata  del rimborso del 50%. E’ una scelta politicamente gravissima e inaccettabile perché viola il principio di rispetto elementare dei diritti dei lavoratori e dei contribuenti e , a mio avviso, presenta inoltre palesi tratti di incostituzionalità. In tal modo infatti il Mef e l’Agenzia delle Entrate stanno, infatti,  realizzando una sorte di transazione di massa, unilaterale e coatta senza il parere indispensabile degli aventi diritto.  Per queste ragioni oltre alla ferma e intransigente contrarietà  mi riservo di presentare urgenti provvedimenti legislativi e uno specifico ricorso alla Corte Costituzionale per invalidare  la scelta e riconoscere l’intero ammontare dei tributi versati”.

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