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Il Ris rilevò 129 tracce biologiche nell’appartamento di Eligia

Sono 129 le tracce di sostanze biologiche riscontrate dai carabinieri del Ris di Messina nell’abitazione al terzo piano del palazzo di via Calatabiano, in cui hanno vissuto Christian Leonardi e la moglie, Eligia Ardita, scomparsa la sera del 19 gennaio 2015 e sulle cui cause è proprio il marito a risponderne davanti alla Corte d’Assise (presidente Giuseppina Storaci, a latere Alessandra Gigli). Il dato è emerso nel corso dell’escussione dei militari dello speciale corpo dei carabinieri, che ha eseguito il 15 settembre 2015 il sopralluogo all’interno dell’abitazione alla ricerca di elementi che potessero dare una svolta alle indagini, come è poi avvenuto.

L’udienza è iniziata con un insolito ritardo, dovuto ai tempi necessari per installare il pannello su cui sono state proiettate le immagini dei rilievi eseguiti dal militari del Ris. Rispondendo alle domande del pm Fabio Scavone, il maggiore e i due sottufficiali del Ris hanno confermato di avere rilevato numerose tracce biologiche alle pareti, sul pavimento e sul divano del soggiorno, nell’androne, nel corridoio che conduce sia in cucina che in camera da letto e sul copriletto. Visto che le pareti erano state “pulite” come il pavimento, per evidenziare meglio le tracce hanno dovuto utilizzare il luminol per rilevare tracce ematiche e di altre sostanze biologiche. Sono emerse 30 tracce biologiche di una persona di sesso maschile non identificata; una traccia biologica che è riferibile a una donna anch’essa non identificata mentre le altre tracce rilevate nell’appartamento sono tutte riconducibili alla vittima.

I tre verbalizzanti hanno spiegato che a distanza di 8 mesi e con la pulizia degli ambienti, la componente acida del vomito si deteriora mentre rimangono le tracce di saliva, proprio quelle rilevate e documentate dagli investigatori del reparto investigazioni scientifiche di Messina. Riscontri scientifici che, con la relazione conclusiva degli investigatori, convinsero la Procura aretusea a ipotizzare il reato di omicidio e convincere Christian Leonardi, anche a seguito delle pressioni del fratello e dell’allora legale difensore, a costituirsi la mattina del 16

Nel corso dell’udienza di ieri, che si è protratta fino al tardo pomeriggio, è stata esaminata la guardia giurata Giuseppe Lenares, ex collega dell’imputato, il quale, tra le altre cose, ha raccontato quanto gli aveva riferito Leonardi a proposito dei suoi interessi in Romania e poi di essersi recato a casa del collega la notte della morte della moglie, per sincerarsi delle sue condizioni psicologiche.

Nuova udienza fisata per l’11 ottobre per sentire altri testi citati dal rappresentante della pubblica accusa.

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