Se te lo fossi perso

SANITÀ SICILIANA IN STALLO: IL VOLONTARIATO LANCIA L’ALLARME DA CATANIA


“Quale futuro per il sistema sanitario regionale e catanese?” – È la domanda al centro dell’iniziativa promossa da ReVE, la Rete del Volontariato Europeo, che ha riunito associazioni, cittadini e rappresentanti istituzionali per accendere i riflettori sulla grave crisi della sanità pubblica in Sicilia.

Emilia Salviani, presidente di ReVE, insieme ai vicepresidenti Luigi Maugeri e Salvatore Mirabella, ha sottolineato il ruolo fondamentale del volontariato e della cittadinanza attiva come forza vitale a difesa del diritto alla salute.

Relatrice d’eccezione l’ex deputata regionale Concetta Raia, che ha denunciato i gravi ritardi nell’attuazione della medicina del territorio: a tredici mesi dalla scadenza fissata dal PNRR, solo il 7% delle strutture previste – tra Case e Ospedali di Comunità – è stato realizzato.
Secondo Raia, la responsabilità è chiara e ricade sul governo regionale e sull’assessorato alla Salute.

I numeri parlano da soli:

  • Completate solo una manciata delle 155 Case di Comunità promesse.
  • Avviata in ritardo la fase sperimentale, attiva in appena due province su nove.
  • Mancano all’appello oltre 2.000 infermieri e migliaia di altre figure professionali sanitarie.

Duro anche il commento di Angelo Villari dell’associazione Comunità in Progresso: “Dispiace constatare l’assenza del sindaco e delle autorità sanitarie. I cittadini sono sempre più soli quando hanno bisogno di cure”.

A preoccupare è soprattutto l’assenza di una visione per affrontare l’invecchiamento della popolazione, come ha ricordato Emiliano Abramo, della Comunità di Sant’Egidio.

Numerosi gli interventi, tra cui quelli dei rappresentanti di ordini professionali, della rete civica per la salute e delle istituzioni locali.

In chiusura, Angelo Pellicanò, in rappresentanza di AGENAS, ha ribadito l’urgenza di un accordo con i medici di medicina generale per attivare le AFT e integrare medicina territoriale e telemedicina.
Fondamentali anche gli 800 infermieri di comunità ancora da formare e assumere.

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