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Serie C: nessuna iscrizione per la Sicula Leonzio – Giuseppe Leonardi decide per la cancellazione del club dal calcio professionistico

Sono andati in soffitta i 110 anni di storia della gloriosa società della Leonzio. Entro il termine perentorio di ieri 5 agosto 2020 nessuno ha iscritto la squadra bianconera nel prossimo campionato di serie C girone C. Come accaduto per il Siracusa Calcio un anno fa, anche la storia della Sicula Leonzio ha trovato lo stesso epilogo. Stavolta però, diversamente dalla società azzurra del capoluogo sommersa da oltre 1 milione e 650 mila euro di debiti, la Sicula Leonzio era una società sana, senza debiti e con un’appeal territoriale interessante con la possibilità di fare calcio in maniera credibile e funzionale per un bacino d’utenza abbastanza vasto con oltre 80 mila persone. Giuseppe Leonardi, patron della Sicula Leonzio, attanagliato da vicende giudiziarie che tuttora pendono sui suoi congiunti e sull’Azienda di famiglia, ha in pratica deciso che la società di calcio lentinese dovesse dissolversi. Le diverse trattative ed ipotesi di gestione del futuro della società bianconera sono state di fatto ostacolate da Leonardi che ha sempre trovato un espediente per far fallire sul nascere ogni soluzione. Ci ha provato Giovanni Alì, patron di Troina ed Acireale, con un offerta di 100 mila euro, poi ha intavolato una trattativa l’imprenditore calatino Montalto, ingegnere del settore petrolifero, infine una cordata di imprenditori lentinesi e catanesi rappresentati da Lino Gurrisi. Il dirigente sportivo nativo di Scordia con gli altri soggetti interessati ha fatto un’offerta importante che però è stata inspiegabilmente declinata.Se è vero che la Sicula Trasporti, azienda principale del gruppo Leonardi, ha tratto enormi profitti dal territorio lentinese e, di più, dal comprensorio siracusano, ci si sarebbe aspettato un atto di autentica liberalità o di parziale risarcimento morale liberando un titolo sportivo che avrebbe continuato a dare lustro ad una Città e ad un territorio che vivono una perenne crisi sociale ed economica. Niente di tutto questo. L’atteggiamento del patron Leonardi è stato di reale e totale chiusura come se la gloriosa Leonzio fosse il giocattolo personale che ha rallegrato il proprietario per sette anni e che, ad un certo punto della storia, con una modalità a dir poco irresponsabile, lo stesso giocattolo fosse stato volutamente distrutto.
A piangerne le conseguenze saranno i tanti sportivi e tifosi bianconeri ma anche i tanti giovani calciatori del territorio che non avranno più la vetrina dei campionati nazionali. Sui social dei tifosi lentinesi è montata la rabbia mista a comprensibile rassegnazione. Ci si aspettava anche un’ autorevole presa di posizione ed opportune iniziative da parte dei rappresentanti della politica del territorio. Ma anche in questo caso gli atteggiamenti assunti rispecchiano il costante degrado in cui è impantanata Lentini ed il suo comprensorio. In queste ore nessuno parla del LODO GIORGETTI che darebbe la possibilità al Sindaco di Lentini di emanare un bando di gara che permetta l’iscrizione della Leonzio al campionato di serie D od in subordine a quello di Eccellenza Regionale. Un’iniziativa di tale portata darebbe dignità ad una Città e ad un territorio sbeffeggiato da chi aveva promesso la luna ed alla fine si è palesato come soggetto interessato solo ai propri interessi economici.

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