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Simona Princiotta, la “mescolanza” e il richiamo su norme e regole

A Voler forzare la mano per scoprire chi ci amministra, insieme alle collegate condizioni istituzionali, ci accorgiamo come il vecchio detto, “Dio fa gli uomini e tra di loro si accoppiano”, è così confermato. Simona Princiotta deve aver capito che lo scarso frangente temporale di quest’amministrazione comunale guidata dal prode Garozzo è basato sulla falsa riga di chi preposto all’ordine pubblico, invece di calmare le acque sulle cerche del Palazzo, aizza il fuoco senza sapere nemmeno perché.

L’aggravante rimane nella speciosa condizione di un pressapochismo che ci riporta alla vicenda della “gettonopoli”, quando la segreteria generale del comune di Siracusa s’imbatte in una svista alquanto dirompente; e non è possibile accettare una situazione senza pensare che si può trattare di una semplice sembianza. Un continuo marcia indietro che nemmeno per salvare il Titanic dall’affondamento sicuro riuscì in tempo. Capire il perché di tanta superficialità diventa imbarazzante; di solito le nostre abitudini davano al segretario generale del comune le credenziali che si accordano alla Cassazione.

Vi sono dei dubbi che non possono essere accettati, senza poter così continuare a considerare la consigliera Simona Princiotta come un qualunque soggetto al politichese che dispiega semplicemente le vele dell’opposizione, quando invece “trasloca” anche nell’applicazione di norme in materia capace di confondere le idee al presidente del consiglio comunale di Siracusa e persino al segretario generale. La legittima condizione di chi esegue il proprio mandato con dovizia di particolari, con l’occhio della lince politica, con l’impegno di chi è diretta verso la piena legalità nella gestione della cosa pubblica. Tutto ricorda la famosa frase fuori onda di Emilio Fede: “Che figura di…”.

Concetto Alota

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