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Siracusa: ai pesci morti in mare si aggiungono i granchi spiaggiati a Marina di Melilli

Potrebbe essere legata alla denuncia degli sversamenti d’idrocarburi, o di eventuali altri liquidi ancora da appurare, ritenuti in via cautelativa presunti, avvenuto nella tarda mattinata (ma che cosa potrebbe essere successo durante la notta?) del giorno 13 novembre scorso e segnalato alla sala operativa della Guardia Costiera di Siracusa. Secondo alcuni addetti ai lavori, ci potrebbe essere un collegamento con la notizia riportata da queste stesse colonne dell’articolo pubblicato stamane che denunciava il ritrovamento, con l’ausilio di un video, di migliaia di pesci morti trovati nel mare antistante l’isola di Magnisi, quindi, davanti l’imboccatura della Baia di Santa Panagia. La brezza di terra avrebbe potuto spingere durante la notte fuori dalla Baia di Santa Panagia quei presunti veleni denunciati.

La conferma arriva da diverse fonti e dal ritrovamento (vedi foto) di un numero indefinito di granchi giovani e adulti morti proprio nella spiaggia di Marina di Melilli, poco distante dal canalone denominato “Canale Alpina” (nella foto sopra), a cui ha fatto riferimento la nota stampa della Guardia Costiera di Siracusa, sull’ipotesi di sversamenti in mare. Quel tipo di pesce trovato morto permane a pochi metri di profondità, mentre i granchi stazionano sul fondo marino. Logica deduzione: sia i pesci, sia i granchi potrebbero essere morti per lo stesso motivo. Ma saranno le indagini della Guardia Costiera di Siracusa e di Augusta che stanno indagando sui due fatti accaduti, a cui si deve aggiungere ora la moria dei granchi sulla spiaggia nella Baia di Santa Panagia. Moria di granchi che si è ripetuta (quella conosciuta) il 22 gennaio del 2011.

Come si ricorderà, la mattina del giorno 13 scorso alla Sala Operativa della Guardia Costiera di Siracusa è pervenuta una segnalazione relativa a presunti scarichi di idrocarburi nel Canale Alpina, nei pressi del pontile Asi, all’interno della Baia di Santa Panagia.

Sono state attivate prontamente le procedure antinquinamento e l’impiego dei dispositivi previsti al fine di contenere eventuali effetti pregiudizievoli all’ambiente marino e costiero.

Nella nota della Guardia Costiera di Siracusa, si spiega che era stato disposto l’immediato intervento del personale della Capitaneria di Porto che, congiuntamente al personale del Gruppo barcaioli e della locale Società concessionaria del servizio antinquinamento, verificava la mancanza di tracce visibili di idrocarburi nel tratto di mare aperto antistante il pontile ASI e il posizionamento delle previste panne antinquinamento alla foce/tratto finale del canale Alpina.

A scopo cautelativo si disponeva comunque il rafforzamento della barriera antinquinamento con l’installazione di ulteriori file di panne meccaniche di contenimento.

A seguito della successiva rilevata lieve iridescenza (fenomeno ottico, caratteristico di alcuni minerali, consistente in riflessi superficiali, e talvolta mobili, dei colori dell’iride, dovuto a fenomeni di rifrazione e interferenza) del tratto finale del canale Alpina immediatamente prossimo alla confluenza in mare degli scarichi, veniva richiesto l’intervento in zona del personale tecnico qualificato dell’ARPA che nel corso del pomeriggio provvedeva ad effettuare gli opportuni campionamenti.

In merito all’accaduto sono in corso le previste attività di prevenzione e di ripristino dello stato dei luoghi e l’effettuazione dii ulteriori accertamenti e verifiche di rito.

Già nel 2016 l’onorevole Samuele Segoni, deputato di Alternativa Libera alla Camera dei deputati denunciava, in uno all’interrogazione diretta al Ministro dell’Ambiente, un sospetto scarico proprio in quella zona. Il deputato segnalava l’attività della depurazione in proprio della Raffineria Isab Impianti Sud, di Marina di Melilli, che, a suo dire, dal 2009 scarica direttamente a mare tramite il Canale Alpina le acque depurate. Un fatto tecnicamente corretto se gli scarichi sono reflui puliti, ovviamente. L’Isab è possesso di un’autorizzazione concessa nel 2009 dal comune di Melilli, per lo scarico in mare dei reflui provenienti dal proprio depuratore situato all’interno dello stabilimento di Marina di Melilli attraverso quel canalone denominato “Canale Alpina”, che attraversa sottoterra la sia l’ex Statale 114, sia la linea ferrata.

Concetto Alota

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