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Siracusa, blitz all’Asp: la Procura indaga su fatti del 2016 e sull’emergenza Covid 

La Procura di Siracusa indaga su un fascicolo d’inchiesta risalente ad almeno 4 anni fa per fatti che si sono verificati nell’ambito dell’Asp. I carabinieri del Nas di Catania si sono recati nei giorni scorsi nella sede dell’azienda sanitaria provinciale di Corso Gelone. Secondo le indiscrezioni trapelate, gli investigatori avrebbero acquisito documenti inerenti filoni investigativi della passata gestione commissariale dell’azienda sanitaria aretusea.

Dopo la visita dell’altro ieri dei militari dell’Arma nella sede dell’Asp siracusana, gli investigatori, a fine giornata, si sono incontrati con il procuratore capo, Sabrina Gambino, per i riscontri oggettivi sulle carte acquisiti e oggetto adesso di un approfondimento giudiziario.

Sulla vicenda è stato innalzato uno stretto riserbo sulla specifica inchiesta ed è per questo che non emergono particolari, oltre che per il doveroso rispetto del segreto istruttorio. Da questa indagine sarebbero da escludere i recenti episodi legati alla gestione dell’emergenza Covid nella prima e nella seconda ondata della pandemia. Le indiscrezioni, oltre che per logica deduzione, ci riportano indietro al 2016 quando all’Asp8 la gestione era affidata al precedente commissario.

Come ci ha ricordato la cronaca di quei giorni, l’azienda sanitaria provinciale di Siracusa in questi ultimi anni è stata oggetto di denunce giunte alle forze dell’ordine, così come negli uffici della Procura. Sarebbero oltre una ventina gli esposti, soprattutto di matrice anonima, che la Procura di Siracusa ha fino ad oggi raccolto in uno specifico fascicolo, che sono in fase di verifica e di approfondimento per stabilire se ognuna delle notizie di reato, prospettate nelle denunce, possa sfociare in un vero e proprio procedimento penale a carico di persone, alle quali contestare specifici reati. Per il momento non si hanno notizie sui nomi di eventuali di indagati.

C’è da aggiungere a tutto questo, da altre indiscrezioni trapelate, la conferma del proseguimento del lavoro del pool di magistrati, costituto nei mesi scorsi per affrontare tutte quelle vicende emerse nella prima ondata del Covid 19. La più delicata resta, assieme ad altre tutte ancora da chiarire, quella del direttore del parco archeologico della Neapolis, Calogero Rizzuto, scomparso il 12 marzo dopo un tira e molla con annessi ricoveri e dimissioni dall’ospedale UmbertoI° di Siracusa. Il titolare dell’indagine rimane il sostituto procuratore Enea Parodi. Gli avvocati Giovanni Giuca e Salvatore Trombatore, che assistono i familiari della vittima, hanno prodotto una corposa documentazione medica e documenti vari a supporto della tesi secondo cui vi sarebbero delle responsabilità in capo agli addetti ai lavori che hanno avuto modo di trattare il caso clinico dell’architetto rosolinese. Le indagini sono state affidate alla polizia di stato della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Siracusa, che ha acquisito nei mesi scorsi cartelle cliniche, documenti e dichiarazioni al fine di fare chiarezza nella ricostruzione di quei dannati 13 giorni del calvario di Calogero Rizzuto.

C.A.

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