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Siracusa, Calenda, Italia, Garozzo e il fallimento della politica del Terzo polo

l‘intervento – a cura di Concetto Alota –

Una strana quanto ingiustificata frattura nel Terzo polo avrebbe inclinato i rapporti già tesi tra Renzi e Calenda. Coalizione che sembra scricchiolare sulla strategia politica da adottare che si espande fino a Siracusa. Calenda affonda un colpo secco e inaspettato sulla questione insorta per le candidature alle elezioni amministrative, per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco, della città di Archimede che si terrano nel 2023.  

Calenda, senza giro di parole, ha dichiarato il sostegno del Terzo polo all’attuale sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Ma l’ex sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, componente della segreteria regionale di Italia Viva, buono amico di Matteo Renzi, non ci sta e incalza contro il suo ex compagno di avventura Italia. Renzi nel marzo del 2014, fresco di nomina alla presidenza del Consiglio, arrivò a Siracusa ad aiutare l’ex sindaco Garozzo quando Italia era il suo vice, mentre sulla Giunta Garozzo imperversava il terremoto del “Sistema Siracusa” che creò danni alle casse del Comune di Siracusa e per l’allora sindaco, Garozzo. Per la cronaca, occorre dire che Garozzo riuscì a controbattere colpo su colpo all’attacco sferrato contro il Comune e i cittadini di Siracusa, alleviando i danni patiti. E questa è storia.

Non si può davvero sentire da un uomo politico ed ex ministro: “Io non so chi è Garozzo, sosterremo Italia come Terzo polo”. Così Calenda. Questo vuol dire che quest’ultimo non leggeva i giornali quando Garozzo divenuto famoso, non solo perché era il sindaco di Siracusa, ma perché veniva attaccato ogni giorno da chi tentava di pescare nel torbido nell’ambito del” Sistema Siracusa” e non solo.

“Io non so chi è Garozzo (ribatte Calenda), però la metto in questo modo: Francesco Italia è membro della segreteria nazionale di Azione, è un bravissimo sindaco mentre Garozzo non so chi sia ma certamente sosterremo Italia”. Alla faccia della facile politica tanto sbandierata e alla presunzione di onnipotenza sbandierata.  

Italia e Garozzo (una volta tanto amici)

La replica di Garozzo: “Visto che il Senatore Calenda nell’intervista si chiedeva chi fossi, voglio solo ricordargli che ero candidato dietro di lui al Senato, uno di quelli che ha concorso alla sua elezione considerato che è risultato eletto in Sicilia”.

Alla risposta a Calenda sul sostegno a Italia del Terzo polo, Garozzo sbarra la strada al suo ex amico nonché suo vice sindaco Francesco Italia. “Ritengo assolutamente legittimo che Azione sostenga Italia ma suggerirei a Calenda di avere maggiore accortezza quando gira per i territori perché forse non sa che ben tre assessori di Italia Viva, hanno rassegnato le dimissioni, oltre due anni fa, in polemica con il sindaco Italia”.

Forse non sa che Italia Viva è convintamente all’opposizione di questo sindaco e che ha già pubblicamente dichiarato che non lo sosterrà. Siamo disponibili ovviamente a un ragionamento sul terzo polo qualora si proceda in una logica di discontinuità con questa amministrazione e con questo sindaco ad individuare percorsi comuni”.

Il comportamento di Calenda mostra uno spaccato di una politica senza un progetto e senza logica, carica di odio e lotte intestine; troppo per uno come lui. C’è poco da sostenere in una situazione politica amministrativa come quella attuale nella città di Siracusa ridotta ormai al lumicino come non mai. Strade scassate con buche pericolose e transenne sporgenti che creano tanta confusione e disagi al traffico e ai cittadini. Lavori su marciapiedi e strade aggiustate alla meno peggio, con scarsa logica, e la mancanza degli scarichi dell’acqua piovana che si svuotano direttamente sui marciapiedi (vedi viale Tisia).

Riuscirà l’attuale classe politica siracusana a far riemergere la città di Archimede dal profondo baratro del fallimento in cui è sprofondata, mentre il prossimo Sindaco di Siracusa, per logica deduzione se a sinistra non si troverà un’alleanza vasta, sarà tra i candidati a sindaco del centrodestra? Piaccia oppure no, a lume di naso, è già scontato che finirà così.  Le condotte idriche e fognarie sono colabrodo; si scopre anni or sono che buona parte della tubazione è in amianto.

Si parla da oltre mezzo secolo del rifacimento della rete idrica e fognaria in buona parte in tubi in ferro, resina, ma anche in eternit. Condotta che si può definire colabrodo e la speranza perduta di trovare un bel giorno l’acqua senza la ruggine e dal sapore forte nelle case dei siracusani. Sul grave problema, il silenzio della politica è veramente disarmante.

Rimane aperta la questione della tubazione fatiscente dell’acqua e della rete fognaria sulle utenze del Comune di Siracusa e delle pertinenze. Chiaramente, tutto ciò non può essere addebitato alla Giunta capitanata da Italia, ma a tutti i governi della città che si sono susseguiti in decenni di mala politica.

Nel 2015 si scopre e si conferma quello che da anni era il segreto di Pulcinella; il tubo dell’acquedotto comunale di Siracusa si è rotto sotto i colpi dell’escavatore per i lavori della messa a dimora dei pali semaforici davanti alla presunta tomba di Archimede, interrato ad appena settanta centimetri, contro le norme che vogliono la sicurezza più in profondità; ma non è finita. Si scopre che quella tubazione dove scorre l’acqua potabile che alimenta buon parte della zona della Borgata della città di Siracusa, è in Eternit (amianto). Dal 1992 l’amianto è vietato in Italia. Degli effetti dell’inalazione, soprattutto il mesotelioma, si è parlato molto.

Un uomo solo al comando, senza un controllo e stimolo da parte del Consiglio comunale, come nel caso di Siracusa, deve perseguire il bene comune con grande attenzione alle fonti del benessere collettivo e dunque anche all’economia (con particolare attenzione all’occupazione (vedi il caso Lukoil e della disoccupazione incalzante, oltre allo spopolamento di tanta gente che parte per non morire di fame). In questa realtà politica, tutta da scoprire, senza interventi strutturali del territorio che impegni il Comune e la politica in generale, non ci potrà essere nuova linfa per la ripresa economica e sociale; occorre cambiare registro sulla gestione dei comuni con un ruolo attivo di stimolo e concertazione su più fronti, verso l’iniziativa privata, verso il mondo della conoscenza e della formazione e, ovviamente, verso gli altri livelli della Pubblica amministrazione, come Regione e Stato. La politica siracusana nel suo insieme, appare disarmata di fronte alla inadeguatezza cronica mostrata fino ad ora dagli amministratori che si sono succeduti nel tempo, non si salva nessuno. Non basta fare qualunquismo politico per ricevere la fiducia dei cittadini. Occorre conquistare il consenso dei cittadini attraverso le cose da fare, le emergenze, e non vendendo fumo a buon mercato, o sognando ad occhi aperti di essere eletto sindaco (con pochi voti), tante bugie e tanta politicuccia sotto braccio.     

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